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Marigliano, minacce al sacerdote anti-droga Don Ciro Toscano: incendiata la porta della chiesa

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Foto della porta incendiata

Minacce al sacerdote antidroga Don Ciro Toscano a Marigliano: è stata incendiata la porta della chiesa. «Questa è la Caivano di Marigliano; lo Stato deve intervenire anche qui: abbiamo bisogno di spazi di aggregazione, aree verdi e ascolto». «Don Ciro non è solo», afferma il sindaco di Marigliano, Peppe Jossa. Lo riporta Il Mattino.

Marigliano, minacce al sacerdote anti-droga Don Ciro Toscano

Un materasso e una sedia accatastati davanti all’ingresso dei fedeli, mentre il fuoco ha annerito il metallo e il vetro di quella porta. Sul muro, una firma enigmatica: «Primo BR». Più in là, nella aiuola, la statua di San Pio è stata gettata a terra, come un gesto di sfida, un affronto alla sacralità del luogo e a ciò che rappresenta per un quartiere difficile, caratterizzato dalle palazzine popolari costruite dopo il terremoto del 1980.

La chiesa del Sacro Cuore nel quartiere Pontecitra di Marigliano è stata presa di mira durante la notte, in un’area nota per lo spaccio di droga e le attività illecite delle famiglie dei clan che si sono trasferite da Napoli. A dare l’allerta è stato un cane Shiba, che ha iniziato ad abbaiare a causa di un rumore sospetto. Don Ciro Toscano, il parroco, si è affacciato ma non ha notato nulla di strano. Tuttavia, all’alba, è avvenuta la scoperta: un forte odore di fumo all’interno della chiesa, un cumulo di cenere davanti alla porta annerita e la statua del Santo di Pietrelcina, abbattuta per la seconda volta.

L’intimidazione

Sì, perché solo due giorni fa qualcuno aveva già tentato di profanare un luogo che è diventato un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere, in particolare per i tanti giovani che desiderano affrontare la vita con speranza e voglia di riscatto. In quell’occasione, la telecamera installata di fronte ha catturato l’autore del gesto, e ora si partirà da quelle immagini per risalire all’autore di questo atto sacrilego. Minaccia, intimidazione, dispetto? O forse un fastidio per ciò che rappresenta la chiesa del Sacro Cuore? Don Ciro ha contattato i carabinieri e il sindaco Peppe Jossa, che sono accorsi immediatamente per effettuare i rilievi e offrire supporto e solidarietà. Poco dopo, ha scoperto che anche la sua auto era stata presa di mira: chi ha appiccato il fuoco si è introdotto nel cortile e ha forato le gomme della sua utilitaria. «Non so chi possa essere stato», racconta con un’espressione disorientata ma non spaventata. «Sono qui da sei anni e mi sono sempre preoccupato per gli abitanti del quartiere, cercando di aiutare chi è in difficoltà. Mi sento amato», afferma il sacerdote, che anni fa ha abbandonato il comfort della sua gioielleria per dedicarsi alla cura delle anime, in particolare dei più vulnerabili e indifesi.

Don Ciro è un sacerdote che opera in una zona difficile, ma non cerca la notorietà, né fa proclami o lancia anatemi. «Preferisco comunicare direttamente con le persone, voglio indicare una strada e infondere speranza. Qui arrivano coloro che non possono pagare le bollette o mettere un pasto in tavola, e noi cerchiamo di offrire aiuto a tutti». In un contesto in cui la dispersione scolastica è molto alta, Ciro chiede maggiore attenzione per i giovani, che considera come figli. «Questa è la Caivano di Marigliano; lo Stato deve intervenire anche qui: abbiamo bisogno di spazi di aggregazione, aree verdi e ascolto». «Don Ciro non è solo», afferma il sindaco di Marigliano, Peppe Jossa. «L’intera comunità è al suo fianco per sostenere ciò che rappresenta e il suo impegno a favore dei più vulnerabili». «Ci auguriamo che si tratti di un episodio isolato», commenta don Lino D’Onofrio, parroco della chiesa di Santa Maria delle Grazie. «Tuttavia, questo evento sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulle realtà che ci circondano».

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