Foglietti e fogliettini, riassunti nascosti nei luoghi più impensabili, senza dimenticare il caro vecchio e caro smartphone sotto al banco. Non ci sono commissari esterni di Maturità che tengano: durante le prove scritte, i “copioni” non si arrendono e – tante volte – riescono ad aggirare i controlli. Sono gli stessi studenti ad averlo confessato a Skuola.net. In particolare, i quiz della terza prova possono mettere gli studenti in difficoltà, ma basta un veloce “scambio” di informazioni per cambiare il corso degli eventi. Forse per questo, lo scorso anno, il “Quizzone” è stata la prova più copiata: il 32% di circa 500 maturandi interpellati da Skuola.net dopo il compito, ha raccontato di aver collaborato con gli altri compagni di maturità, aiutandosi l’un con l’altro.
Terza prova copiata all’esame di Maturità: l’indagine
Un altro 10% è riuscito a tirar fuori qualche bigliettino con annotazioni e riassunti vari, ma solo l’1% è potuto ricorrere a internet: segno che le commissioni sono state particolarmente attente a controllare che gli smartphone fossero fuori uso.
La seconda prova arriva seconda, appunto: durante la maturità 2017, su 1200 maturandi, circa il 30% ha ammesso di aver copiato durante lo scritto di maturità più ostico e temuto. Stessi numeri, grosso modo, sono emersi nel 2016 in una parallela rilevazione. La metà dei “copioni” si è affidata comunque al classico aiuto da parte del compagno di banco, ma gli altri si sono divisi tra foglietti e smartphone in egual misura. In barba alle regole del Miur che impongono la consegna dei cellulari prima dell’inizio delle prove: in questo caso, gli studenti sono stati particolarmente abili nel passare inosservati, o i commissari sono stati un pò distratti. O forse, ancora, mossi a compassione nei confronti dei ragazzi già in difficoltà con le tracce ministeriali, i professori hanno chiuso un occhio. Non a caso, il 45% dei maturandi ha definito le tracce “più difficili del previsto”.
Con la prima invece, tutto cambia: per un buon tema, è necessaria creatività e un certo tocco personale. Ma non per questo tutti rinunciano al compito già fatto, interamente o in parte. Gli irriducibili della copiatura, nel 2017 sono stati il 22% di circa 1000 maturandi, di cui la maggior parte ha ricorso a internet. Nella tornata precedente (2016), si riscontrava qualche numero percentuale in meno: i “copioni” si fermavano al 17%, e hanno usato soprattutto i bigliettini. Forse, il nome del poeta dell’analisi del testo, sconosciuto ai più, ha contribuito all’istinto primordiale di sbirciare google per estrapolare quelle informazioni che, ha detta di quasi il 90% degli intervistati post-tema, la scuola non aveva dato.
Fonte: Ansa