Economia Napoli, Napoli

Mercati, lo spread sale a quota 267

epa03700941 A shareholder of Deutsche Boerse AG views a screen displaying the German stock index DAX the annual general meeting of the joint stock company at Jahrhunderthalle in Frankfurt Main, Germany, 15 May 2013. In financial year 2012, Deutsche Boerse Group reported net revenue declining nine per­cent to 1.9­billion. At the same time, adjusted profit before tax decreased 19 per­cent to 1.0­billion. EPA/ARNE DEDERT
epa03700941 A shareholder of Deutsche Boerse AG views a screen displaying the German stock index DAX the annual general meeting of the joint stock company at Jahrhunderthalle in Frankfurt Main, Germany, 15 May 2013. In financial year 2012, Deutsche Boerse Group reported net revenue declining nine per­cent to 1.9­billion. At the same time, adjusted profit before tax decreased 19 per­cent to 1.0­billion. EPA/ARNE DEDERT

NAPOLI. I rischi di un inasprimento della guerra dei dazi in concomitanza con il G7 pesano su tutti i listini europei e Milano appare la più debole con Francoforte, anche se si sta calmando la forte corrente di vendite dell’avvio: l’indice Ftse Mib cede lo 0,8% con Cnh e Mps che segano cali del 2%.

Sale lo spread

Tra i titoli principali debole anche Ferragamo e Fca (-1,7%), con Intesa che cede un punto percentuale. Tengono Tim e Mediaset con ribassi al di sotto del punto percentuale, così come Unicredit ed Eni attorno alla parità. Nel paniere a elevata capitalizzazione sale con chiarezza Saipem, che segna un rialzo dell’1,4%.

Il commento Abi

E si registra anche una forte pressione sui Btp: lo Spread sulla scadenza decennale sfiora i 270 punti base (267) da 255 della chiusura di ieri, con un rendimento del Btp al 3,01%. Spread in rialzo anche sul due anni, a 221 punti base a fronte di un rendimento del titolo italiano dell’1,56%. “Questo spread che sta crescendo è preoccupante per la Repubblica italiana perchè in precedenza viaggiava in una direzione di maggiore benessere per tutti e lo spread è una tassa che l’Italia paga sui mercati internazionali”. Lo afferma il presidente Abi Antonio Patuelli al convegno Acri secondo cui “più lo spread cresce più si impoverisce l’Italia e più cresce li spread e più si complica la vita alle banche” con riflessi sui loro indicatori patrimoniali.

“Più debole è la moneta più alti sono i tassi, non dobbiamo cullarci che tutte le colpe siano dell’Europa”, ha aggiunto ricordando come l’Italia non vanti “una storia virtuosa” su debito e deficit e che “nonostante i rialzi di questi giorni i tassi sono infimi” grazie all’appartenenza all’euro. “I tassi con la lira agli inizi degli anni ’80 erano al 19,5%, era una moneta debole” ha aggiunto.

L’aumento dello spread – sottolinea il dg fi Bankitalia Salvatore Rossi allo stesso convegno – non è causato “da una demoniaca e misteriosa” manovra da parte “di pochissimi speculatori” ma dall’aumento del “rischio percepito dai gestori dei risparmi degli italiani” che uno dei “paesi come l’Italia possa uscire dall’euro”, “è tema che non dobbiamo cessare di spiegare all’opinione pubblica” sottolineando come i gestori “a cui sono affidati i nostri risparmi, di fronte a questo rischio, si coprono vendendo i titoli”. La speculazione “esiste ma si accoda a questo movimento”.

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