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Minaccia l’infermiera che stava curando il figlio: panico a Napoli

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L'ospedale Santobono di Napoli

Minaccia di morte l’infermiera che stava curando il figlio e scatena il panico nel pronto soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli. I fatti sono avvenuti nella giornata di ieri, lunedì 15 novembre.

Napoli, minaccia l’infermiera che stava curando il figlio

Minaccia l’infermiera che stava curando il figlio e scatena il panico nel pronto soccorso dell’ospedale Santobono. I fatti sono avvenuti nella giornata di ieri, lunedì 15 novembre. I protagonisti sono i genitori di un bambino: hanno minacciato diversi operatori sanitari, scatenando il panico sotto gli occhi dei presenti e costringendo le guardie giurate ad evacuarne il reparto.

La denuncia

I fatti sono stati denunciati da “Nessuno Tocchi Ippocrate” che ha riportato la testimonianza della collega della vittima: “Buongiorno, sono un’infermiera che lavora al pronto soccorso del Santobono e vi scrivo per raccontarvi ciò che siamo costretti a vivere durante i nostri turni di lavoro. Ieri sera intorno alle 21:30 circa, la mia collega accoglie un ragazzo di 12 anni con riferito dolore toracico e riferita tachicardia che alla valutazione non era presente.

Dopo aver registrato il ragazzo e aver valutato tutti i parametri vitali, palpato e ispezionato il torace, come da protocollo nazionale la collega somministra al ragazzo Ibuprofene per via orale per alleviare il dolore, informando il genitore sul tipo di medicinale somministrato. A dire dei genitori l’incolumità del figlio era stata compromessa in quanto la collega non aveva chiesto loro se il figlio fosse soggetto asmatico. In seguito ad urla e aggressioni a tutto il personale presente sono state allertate le forze dell’ordine giunte poco dopo sul posto.

Le aggressioni sono continuate anche all’interno dei box di pediatria successivamente alla presa in carico da parte del pediatra, interrompendo il servizio di sanità pubblica per più di 2 ore. Medici ed infermieri sono stati costretti ad evacuare le sale d’attesa per salvaguardare l’incolumità dei genitori e dei loro piccoli. La mia collega è stata minacciata con un estintore e con una bombola per l’ossigeno. La madre del ragazzo ha dichiarato di essere intenzionata a spararle con una delle pistole della polizia. Costretta ad essere messa in sicurezza in una delle stanze in nostra dotazione e a refertarsi per stato di agitazione, dolore toracico e tachicardia solo per aver svolto il proprio lavoro.”

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