PORTICI. Il sindaco di Enzo Cuomo, insieme ad un suo amico imprenditore, Pasquale Noia, sono stati accusati di molestie da Rossella B. I fatti risalgono a cinque anni fa quando Cuomo decise di lasciare la guida del comune vesuviano per candidarsi al Senato. Dopo essere stato eletto, l’esponente del Partito Democratico è tornato al vertice dell’amministrazione comunale di Portici.
La notizia è riportata da Repubblica Napoli che riferisce le parole della donna: «Mi occupavo della vendita di alcuni prodotti, in particolare per aziende distributrici di prodotti chimici”. Il sindaco, sempre stando alla testimonianza di Rossella B., durante uno di questi incontri, in Comune, si sarebbe macchiato di molestie, avvicinandosi e dicendole: «Io ti aiuto, ma…». A quel punto, racconta ancora la donna, il primo cittadino «si spogliò. Io ero seduta all’angolo della sua scrivania e gli dissi come si permetteva di fare ciò».
La replica
Non si è fatta attendere la replica del sindaco Cuomo («sono calunnie»), seguita da quella del suo entourage: «A nome mio e del gruppo politico Rinnovamento Democratico Avanti – afferma il vicesindaco Fernando Farroni – esprimo la nostra totale e piena vicinanza al sindaco Cuomo per le infamanti accuse che gli sono state mosse con l’articolo del quotidiano Repubblica. Restiamo basiti nel dover constatare che pur di delegittimare il politico si arrivi al tentativo di danneggiare l’uomo. Consapevoli dell’integrità morale e dello spessore umano del sindaco lo invitiamo ad andare avanti nel lavoro che stiamo mettendo in campo per far ripartire la nostra città. Già da una semplice lettura dell’articolo in questione si evince chiaramente quanto questa non notizia sia frutto di illazioni, millanterie e organizzata dalla mano di competitor politici».
«Personalmente – prosegue il vicesindaco – conosco Enzo Cuomo da 15 anni, molti dei quali trascorsi a lavorare gomito a gomito e prima di essere il suo vice mi pregio di essere un suo Amico e proprio perché conosco bene l’uomo non crederei a questa storia neanche se la vedessi. Allo stesso modo, conoscendo bene l’uomo, sento di esprimere vicinanza anche all’altra persona “accusata” nell’articolo di Repubblica: un gran signore, una persona perbene, un uomo dedito al lavoro e alla famiglia. In questi casi si conclude dicendo “siamo certi che dimostreranno la loro estraneità alle accuse”, ma in questo caso non c’è proprio nulla da dimostrare tanto è chiara e palese la squallida macchinazione politica messa in campo».