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Morte Samuele, giudizio immediato per il domestico: è capace d’intendere e volere

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Mariano Cannio

Giudizio immediato nei confronti di Mariano Cannio, il collaboratore domestico di 38 anni accusato della morte del piccolo Samuele. Il bimbo di 4 anni fu lasciato cadere nel vuoto, lo scorso 17 settembre, a Napoli dal balcone della casa dove abitava con i genitori.

Morte Samuele, giudizio immediato per Cannio

È la decisione del giudice per le indagini preliminari di Napoli, Valentina Gallo, che ha accolto la richiesta della Procura – sostituti procuratori Vincenza Marra e Barbara Aprea – del 28 febbraio sulla base dell’incidente probatorio disposto per accertare lo stato di salute mentale dell’indagato. Il processo prenderà il via il 4 maggio, davanti alla terza sezione della Corte di Assise di Napoli.

Le perizie

Le perizie psichiatriche hanno accertato che Cannio è capace di intendere e di volere. Il 38enne deve rispondere di omicidio aggravato in quanto commesso in maniera tale da ostacolare la privata difesa – la mamma di Samuele era in casa ma in bagno per un malore – e in relazione al fatto che la vittima è un minore di 18 anni.

 

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