NAPOLI. La piega che stanno prendendo le notti di movida napoletana non piace a nessuno. A partire dalle istituzioni, ma anche i residenti della zona dei baretti di Chiaia e gli stessi commercianti hanno da recriminare. Dopo la clamorosa rissa con tanto di sparatoria di due settimane fa, le due parti sembrano avvicinarsi per mettere la parola fine a questo stato di estrema confusione.
Da un lato i residenti chiedono maggior tranquillità, dall’altro i commercianti dei numerosi baretti sono contenti dell’attività svolta durante la movida, ma temono ripercussioni e danni causati dall’esuberanza dei più facinorosi (per usare un eufemismo). Nonostante i controlli dell’ultimo week-end, residenti e commercianti non sono ancora tranquilli.
Le critiche all’ordinanza comunale
L’ordinanza comunale adottata di recente per contrastare il fenomeno della movida violenta non soddisfa nessuno: «L’ordinanza è limitata soltanto a quattro zone – afferma Gennaro Esposito, portavoce del Comitato per la quiete e la vivibilita’ napoletana – ma le aree della movida sono molte di più. E abbiamo constatato che nemmeno in quelle indicate dal provvedimento vengono rispettate le norme».
Per questo residenti e commercianti della zona, finora in contrasto tra loro, sembrano vicini ad una sorta di accordo: «Noi non siamo contro gli imprenditori dei locali notturni – continua Gennaro Esposito – non chiediamo assolutamente la chiusura di queste attività. Vogliamo che le notti vengano regolamentate perché, così come loro hanno diritto di lavorare, anche noi abbiamo il diritto di dormire in pace nelle nostre case».
Così, come riporta Il Mattino, tutto sembra ricadere sulle spalle del Comune: «Le aree individuate dal provvedimento – prosegue Esposito – sono Chiaia, via Aniello Falcone, piazza Bellini e piazza Bagnoli con via Coroglio. Il resto del centro storico è escluso e infatti stiamo preparando un atto da notificare al Sindaco per chiedere una modifica che allarghi le aree sottoposte alle nuove norme. Bene i controlli nella zona dei baretti, ma nelle altre aree, anche in quelle menzionate dall’ordinanza, non c’è stato lo stesso sistema serrato. A piazza Bellini, per esempio, dopo la mezzanotte venivano tranquillamente vendute birre nella bottiglia di vetro. Queste notti senza controllo sono un problema per l’intera città. Infatti nel manifesto che abbiamo presentato a ottobre e in cui denunciamo tutte le problematiche relative alla movida non c’è solo la nostra firma: coi noi ci sono associazioni del settore alberghiero, Federconsumatori e altri comitati di attivisti napoletani».