Sara Romano, appena ventenne, è morta lo scorso 5 maggio in un tragico incidente stradale avvenuto in via Cattolica, a Napoli. La giovane era appena scesa dall’auto per mettersi alla guida al posto di un’amica, quando un SUV l’ha travolta, uccidendola sul colpo.
L’automobilista, un 29enne di Scampia, è fuggito senza prestare soccorso, ma è stato identificato e arrestato il giorno successivo grazie all’intervento dei carabinieri della compagnia di Bagnoli e degli agenti della sezione Infortunistica della polizia locale come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Napoli, 4 anni al pirata della strada che ha ucciso Sara Romano
LA SENTENZA
Pochi giorni fa, il Tribunale di Napoli ha condannato l’investitore, identificato come M.C., a quattro anni di reclusione attraverso il rito del patteggiamento. La sentenza include anche il pagamento delle spese processuali, l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la sospensione della patente per quattro anni. Tuttavia, questa decisione ha suscitato indignazione e amarezza tra i familiari della vittima.
Giuseppe Romano, padre di Sara, ha espresso tutto il suo dolore: “Siamo sconvolti e indignati. Chi ha tolto la vita a mia figlia e ha omesso di prestare soccorso avrebbe dovuto ricevere una pena esemplare. Con queste condanne leggere, solo le famiglie delle vittime restano condannate a un ergastolo emotivo”.
Il dolore della famiglia
Da quel tragico giorno, la famiglia di Sara si è unita a numerosi sit-in e manifestazioni organizzate a Napoli per chiedere pene più severe per i responsabili di omicidi stradali. “Chi guida un’auto ha nelle sue mani un’arma e dovrebbe pagare per le conseguenze delle proprie azioni, soprattutto quando causano tragedie come quella che ha strappato Sara alla vita”, ha aggiunto il padre della giovane.
Salvatore Buccini, zio della vittima, ha espresso delusione nei confronti del sistema giudiziario: «Una condanna più severa sarebbe stata un monito per prevenire tragedie simili in futuro. Nessuno potrà mai restituirci Sara, ma sentiamo di aver ricevuto un’ulteriore ingiustizia».
Il dolore della famiglia Romano si intreccia con quello dei parenti di Rita Granata, un’altra vittima della strada investita poche ore prima dello stesso giorno. Rita, 27 anni, è stata travolta in via Leopardi. Il suo investitore ha ricevuto una condanna di otto anni con rito abbreviato. Luigi Granata, padre della giovane, si è unito alla battaglia della famiglia di Sara: “Continueremo a lottare per leggi più dure e pene esemplari. È inaccettabile che vite vengano spezzate senza conseguenze adeguate per i responsabili”.
Il fenomeno
Secondo i dati raccolti dall’inizio del 2024, a Napoli si contano già 23 vittime della strada, di cui 11 pedoni. Questo scenario sottolinea la necessità di interventi più rigorosi, sia in termini di prevenzione sia di giustizia, per tutelare la sicurezza e la vita dei cittadini.