NAPOLI. “Oggi, a tre grandi artisti scomparsi, che hanno notoriamente offerto un grande e fondamentale contributo per far conoscere la melodia napoletana in tutto il mondo, mi riferisco a Sergio Bruni, a Renato Carosone, e a Roberto Murolo, secondo quanto diffuso da alcuni organi d’informazione, nell’ambito del quartiere Vomero saranno intitolate tre strade – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. In verità non di strade si tratta ma di due rotonde in cemento, con alcune piante al centro, una posta all’incrocio tra via Rossini e via Gemito, intitolata a Sergio Bruni e l’altra all’incrocio tra la stessa via Rossini e via Paisiello, intitolata a Roberto Murolo, nel mentre a Renato Carosone verrà intitolato uno slargo, che si determina alla confluenza di ben cinque strade, le vie Paisiello, Annella di Massimo, Carelli, Doria e Zingarelli. Rotonde e largo posti in aree tra le più trafficate del quartiere collinare e, a mio avviso, anche scarsamente rappresentative”.
Le dichiarazioni di Capodanno
“Vero è – sottolinea Capodanno – che molte delle strade e delle piazze del “Nuovo Rione”, il Vomero appunto, nato a partire dal 1885, nell’ambito della legge per il Risanamento di Napoli, sono state intitolate a grandi artisti, la maggior parte dei quali aveva operato anche a Napoli, nell’ambito della pittura, della scultura, dell’architettura e della musica, quali Bernini, Solimena, Stanzione, Alvino, Cimarosa, Giordano, Scarlatti e Vanvitelli. Ma è altrettanto vero che, se pure per onorare la memoria dei tre grandi artisti, si volesse rimanere al Vomero, a ciascuno di essi si potrebbe intitolare uno dei tanti tratti di strada che hanno denominazioni non rapportabili ad artisti famosi o illustri”.
“Mi riferisco – aggiunge Capodanno – a strade come corso Europa, o come via Piave, via Timavo o via Acitillo. Così come ci sono anche molte doppie o triple intestazioni. A partire proprio da via Acitillo, esistendo anche un vico Acitillo, così come per S. Stefano esiste la via, il fosso e la piazzetta. Oltre a via Cimarosa, esiste anche un vicoletto Cimarosa che corre lateralmente alla stazione superiore della funicolare Centrale. Del toponimo Belvedere si hanno addirittura quattro versioni, oltre alla via anche il vico, il viale e la piazzetta dedicata quest’ultima ad Andrea Belvedere, pittore ma anche autore teatrale”.
“Se poi non si vuole sconvolgere l’attuale toponomastica, anche in considerazione del fatto che a ciascuno dei tre grandi interpreti della canzone napoletana, nel 2014, furono già intitolate alcune traverse di via Nino Bixio, nel quartiere Fuorigrotta, – continua Capodanno -, meglio sarebbe stato intitolare ai tre artisti, una per ciascuno, le tre rampe di scale poste nell’area di San Martino, le prime due in via Scarlatti e la terza in via Cimarosa. Proprio in questi giorni, in occasione del 15esimo anniversario della morte di Roberto Murolo, avvenuta il 13 marzo 2003, aveva rilanciato la proposta d’intitolare a quest’ultimo le scale che corrono nei pressi dell’abitazione dove visse e morì, oggi sede del museo a lui dedicato. Al riguardo ci sono a Napoli precedenti illustri con l’intitolazione di scale cittadine a Giancarlo Siani e, più di recente, ad un altro grande artista, Massimo Troisi, al quale sono state dedicate le scale di via Mariconda”.
“Molto meglio una rampa di scale – sottolinea Capodanno – dove la targa dedicata al personaggio può essere ammirata e fotografata, anche dai turisti, piuttosto che una rotonda, posta al centro di un incrocio, per raggiungere la quale le persone dovrebbero effettuare un attraversamento con possibili immaginabili conseguenze, alla luce anche del notevole traffico esistente nelle aree individuate”.