Blitz anti-camorra a Napoli. L’operazione è scattata di buon ora al rione Traiano. Un carabiniere è rimasto ferito a causa del crollo di una tettoia sulla quale si era appostato. Il militare è stato sottoposto ad un delicato intervento al Cardarelli per la compressione delle vertebre.
Napoli, blitz anti-camorra: carabiniere ferito
I Carabinieri della compagnia di Napoli Bagnoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, hanno proceduto all’arresto di 21 persone, delle quali 16 sottoposte alla misura della custodia in carcere e 5 alla misura degli arresti domiciliari, ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, di associazione finalizzata a delitti in materia di sostanze stupefacenti, di tentato omicidio e di delitti in materia di armi
Gli arresti
In carcere sono finiti : Vincenzo Cutolo, figlio dello storico boss Salvatore detto borotalco e indicato tra i reggenti del clan assieme a Francesco Pietrolungo e a Gennaro Carra, quest’ultimo già finito nell’inchiesta sui colpi di pistola esplosi due anni fa contro la casa dei genitori di una ragazzina di 15 anni che denunciò abusi da parte di un uomo del clan.
Carcere anche per Bruno Annunziata, Vincenzo Gravina, Patrizio Allard, Antonio D’Angelo, Paolo Perrella, Ciro Pauciullo, Benito Iovine, Dario Vicedomine, Salvatore Basile, Gennaro Cozzolino, Salvatore Lazzaro, Emanuele Manaruo e Gianluca Orfeo.
Agli arresti domiciliari per Domenico Equabile, padre di quel giovane che si credeva fosse sul motorino sfuggito a un posto di blocco e su cui viaggiava Davide Bifulco, il giovane ucciso da un militare durante l’inseguimento, e per Francesco Esposito, Rosa Pisa, Gennaro Tranchese e Luigi Carillo. Per altri nove indagati il gip non ha accolto la richiesta di arresto avanzata dai pm.
I provvedimenti sono stati firmati dal gip Fabrizio Finamore. Le indagini sono state svolte dai militari della compagnia di Bagnoli. Le accuse vanno dall’associazione di stampo camorristico, al traffico di droga, possesso di armi e un tentato omicidio.
L’indagine
Agli atti dell’indagine è ricostruito anche l’agguato contro Francesco Minichini, avvenuto il 15 gennaio 2013. L’uomo, considerato in qualche modo nell’orbita dei Marfella, era alla guida della sua auto quando fu affiancato dal commando composto, per l’accusa, da Carra e Annunziata, e fatto bersaglio di una sventagliata di colpi. Riuscì miracolosamente a salvarsi rimediando solo ferite alle gambe.
Avevano pensato anche alle armi, quelli del clan Cutolo. Avevano messo in conto anche scontri armati con gli altri clan della zona. Loro gestivano la zona bassa del rione Traiano, mentre i Puccinelli quella alta. Nell’inchiesta si contesta agli uomini del clan il possesso di armi comuni e da guerra, un fucile e mitragliatrice Uzi, pistole e oltre un migliaio di proiettili. Armi da usare per proteggersi da eventuali attacchi di gruppi rivali ma anche per imporsi sul territorio, come la calibro 9×19 usata per colpire la vetrina di una pizzeria nel cuore del rione Traiano.
Il commento di Matteo Salvini
«Prosegue la guerra contro camorristi e spacciatori a Napoli, ventuno arresti al rione Traiano: dalle parole ai fatti» ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.