Shock nella giornata di ieri, mercoledì primo novembre, nel carcere di Secondigliano a Napoli dove un detenuto di 51 anni è morto pr un infarto. Disposta l’autopsia sul corpo di Salvatore A. che verrà eseguita nei prossimi giorni.
Napoli, detenuto morto per un infarto a 51 anni
A denunciare il quarto decesso nelle carceri campane è il Garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello: “Sulle persone diversamente libere, e malati psichiatrici, mi chiedo, è necessario il carcere, un carcere a vita?”.
Il detenuto, sposato e con figli, qualche mese fa aveva fatto richiesta per una misura alternativa che però non gli era stata concessa: “Cosa c’è bisogno per i detenuti malati psichiatrici? All’interno della nostra Costituzione il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32, unico articolo in cui compare l’aggettivo fondamentale per tale diritto! Posso testimoniare che nelle carceri italiane e campane per diverse ragioni, per diverse motivazioni, tale diritto a volte non è rispettato, supportato, promosso e questo non solo dalle autorità sanitarie. Un caro ricordo che conservo di Salvatore è che quando lo frequentavo da solo o settimanalmente con le volontarie dell’Associazione “la Mansarda” faceva sempre richiesta di francobolli e buste per le lettere, era quindi un detenuto che scriveva molto. Utilizzava la scrittura come un ponte per comunicare con il mondo esterno, non solo lettere ai propri tre figli. Questa è la dimostrazione che i detenuti in genere e quelli che vivono con un problema in più (salute mentale, tossicodipendenza, solitudine) per loro la maggiore afflizione della detenzione è il tempo inutile, il tempo vuoto, il sentirsi soli e abbandonati dal mondo esterno. Per questo lancio un appello: non si può continuare a morire di carcere in carcere”.