Arriva dal rione Sanità di Napoli la storia di una ditta fantasma che da anni permette ad un uomo di vivere eludendo il fisco. Il “titolare” ha 50 anni, si chiama Gennaro. Sua figlia è una studentessa universitaria e vive con lui in un appartamento in fitto. Pur mantenendo l’anonimato per quanto concerne il cognome, Gennaro ha deciso di raccontare la sua storia sulle colonne de Il Mattino, nell’articolo a firma di Gigi Di Fiore.
Napoli, la storia della ditta fantasma del Rione Sanità
“Avevo una piccola ditta e partita Iva, ma tanti anni fa – racconta Gennaro – Troppe tasse e niente in tasca. La chiusi subito, la liquidai e iniziai la mia seconda vita. Due, massimo tre operai che mi seguono da molto. Sono bravi ragazzi ucraini. Prendo i lavori, sono con loro in cantiere. Direttori dei lavori? Preferisco non averne tra i piedi. Troppi controlli, io lavoro a modo mio e come me a Napoli ce ne sono tanti, credimi. Sono arrivato a sfiorare il diploma di geometra, ma conta la pratica”.
A Napoli Nord Gennaro si rifornisce di materiali, come ad esempio mattonelle e rubinetti. Niente fatture, con i pagamenti che avvengono in nero. “Vado da solo, o con loro, a scegliere all’ingrosso i materiali. Al risparmio, senza fattura. A volte, si fidano, mi danno i contanti e li prendo io. Trattengo una percentuale, naturalmente mi pagano a lavoro finito, anticipandomi le spese. Ai ragazzi do 50 euro al giorno e sono contenti, mi sentono uno di loro, facciamo colazione insieme, finiamo insieme. Per alcuni lavori di impiantistica, mi appoggio a amici che hanno partita Iva. Un idraulico, un elettricista ma non sempre, un titolare di ditta di infissi. Qualcuno di loro accetta di fare le dichiarazioni sul lavoro che ho procurato io. E sono loro a rilasciare i documenti per il Comune, su cui un nostro amico architetto, che non ha mai messo piede in cantiere, mette la firma”.
La storia di Gennaro
“Sono separato, mia moglie è straniera. Sono sul suo foglio di famiglia, lei vive all’estero e non abbiamo mai formalizzato la separazione. Risultiamo sposati, lei l’accetta anche perché nostra figlia vive con me e non le chiedo nulla. Rimasto sul suo foglio di famiglia, qui sono ospite. Sì, perché vivo in una casa che pago ogni mese al nero, senza contratto. Ovvio che, per evitare tracciamenti, non mi sono sognato di chiedere il reddito di cittadinanza e l’auto è intestata a parenti anziani” conclude.