NAPOLI. A venti giorni dal Natale, le vie dello shopping sono affollate da turisti e cittadini che, tra spintoni e sguardi non sempre amichevoli, cercano di aprirsi un varco tra i mercatini del centro. E come ogni anno monta la protesta dei commercianti contro i proprietari delle bancarelle. Ieri si è addirittura sfiorata la rissa a via Toledo, nei pressi di piazza Carità.
Le proteste dei commercianti
“Piazza Carità è stata letteralmente invasa da 44 stand di operatori del settore fieristico – lo dice al MattinoRosario Ferrara, presidente del Consorzio Toledo Spaccanapoli – e il risultato è stato che molte delle attività in sede fissa sono totalmente scomparse dalla vista dei fruitori della strada. Molti di noi – aggiunge – rischiano addirittura di non poter sostenere gli stipendi, altri costi aziendali e quelli dei propri dipendenti che saranno costretti a licenziare col Natale ormai alle porte. Ecco perché chiediamo subito un confronto con il Comune e una distribuzione più logica degli spazi occupati”.
Lo scorso 27 ottobre Ferrara aveva scritto in via preventiva all’assessore comunale al Commercio Enrico Panini: “Gli avevo chiesto con una nota di procedere con un’autorizzazione leggera e poco invasiva per dare agli esercenti, dopo un altro anno terribile sotto l’aspetto dei consumi, la possibilità nell’ambito delle festività natalizie di compensare le perdite subite dalla crisi. La giornata di ieri invece ha avuto come risultato una serie di scontri verbali tra gli ambulanti e i negozianti in sede fissa sfiorando la rissa”.
“L’assessorato comunale – aggiunge Ferrara – ha demandato il problema alla II Municipalità, ma dopo una giornata di intensi scambi di opinioni anche sul fatto di non essere stati messi a conoscenza di un numero così elevato di stand, ora potrebbero esserci tensioni sempre più crescenti. Natale è per tutti, ma gli operatori in sede fissa non ci stanno e con le alte spese di gestione molti di noi rischiano di non poter sostenere costi e stipendi. Inoltre il potere d’acquisto verrà ulteriormente frammentato senza utile alcuno“.