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Napoli omaggia il laziale Gabriele Sandri a dieci anni dalla scomparsa

NAPOLI. Dieci lunghi anni da quella domenica mattina dell’11 novembre 2007, quando Gabriele Sandri, supporter laziale di professione disc jockey, è stato ucciso da un proiettile vacante su un autogrill di Arezzo. Napoli ricorda il tifoso biancazzurro con dei manifesti che raffigurano la sua foto: le zone più tappezzate sono quelle del centro, da via Cavour a piazza Carlo III, fino a piazza Municipio. I sostenitori azzurri chiedono giustizia per quella vita stroncata troppo giovane.
Luigi Spaccarotella, l’agente di polizia stradale che quella mattina ha sparato non lasciando scampo a Gabriele Sandri, nei giorni scorsi ha ottenuto la semilibertà, potendo lasciare la casa circondariale nelle ore diurne. Condannato a 9 anni e 8 mesi di carcere, era entrato in galera nel 2012, dopo la proclamazione della sentenza definitiva della Corte di Cassazione.

Secondo la famiglia di Gabriele Sandri, ancora devono arrivare le scuse del poliziotto sebbene, come il fratello Cristiano ha sottolineato: «A me non si deve chiedere scusa come se mi avessero pestato un piede. Il discorso è più complesso e intimo. Si parla di un percorso di pentimento che non c’è mai stato, di una presa di coscienza del gesto che si è compiuto, di quello che ha causato oltre l’uccisione di un ragazzo di 26 anni».

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