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Omicidio Francesco Pio Maimone, giorni prima il killer si allenava a sparare

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Dieci giorni prima dell’omicidio di Francesco Pio Maimone, il killer si allenava a sparare. Era insieme ad un amico e ad una donna non identificata lo scorso 10 marzo intento a maneggiare due armi, probabilmente una calibro 38 e una calibro 357. Si tratta di Francesco Pio Valda, il presunto colpevole del delitto del 18enne agli chalet di Mergellina.

Omicidio Francesco Pio Maimone a Napoli, il killer si allenava a sparare

Dieci giorni prima di uccidere (per errore) Francesco Pio Maimone, il killer si allenava a sparare. Era insieme ad un amico e ad una donna non identificata lo scorso 10 marzo intendo a maneggiare due armi, probabilmente una calibro 38 e una calibro 357. Si tratta di Francesco Pio Valda, il presunto colpevole del delitto del 18enne agli chalet di Mergellina.

La decima sezione ha rigettato la richiesta di scarcerazione per il 20enne colpevole del delitto di Francesco Pio Maimone. Agli atti intercettazioni, testimonanze e video non ci sarebbero dubbi: il 20 marzo scorso, all’esterno degli chalet si è consumata una lite tra giovanissimi. Ad aprire il fuoco sarebbe stato Valda – fanno sapere i giudici – e lo ha fatto in ordine a un costume camorristico che lo ha spinto a vendicare il pestone a una scarpa subito e un calcio, usando un’arma che aveva già in suo possesso. Uno scontro tra soggetti legati ad ambienti criminali della zona, al termine del quale il ventenne avrebbe fatto fuoco per uccidere e sbagliando mira. Spunta ora un’intercettazione inedita raccolta dalla Mobile.

L’intercettazione

Si parla del 10 marzo scorso, circa 10 giorni prima che un giovane pizzaiolo di Pianura venisse ucciso per sbaglio da un proiettile vagante, quando Valda sembra esercitarsi con due pistole insieme all’amico Rocco Sorrentino, non indagato per omicidio, e una donna non identificata. Rocco spiega: “Queste sono le botte (ovvero i proiettili)” e Francesco Valda commenta: “Bravo”. Poi un confronto: “Queste sono le botte del 357”, incassando la correzione dello stesso Francesco Pio, che chiosa in questo modo: “… calibro 38 sono… il 357 tengono la punta… ma ti dico a te”; e Rocco aggiunge: “Un poco più grosse…”.

Non è ancora chiaro se siano usate dieci giorni prima, se c’è stato un test in un poligono improvvisato ma sicuramente la Polizia ha fatto irruzione della casa del presunto killer rinvenendo 19 cartucce di calibro 38. Per i giudici non ci sono dubbi, si tratta della stessa arma usata il 20 marzo scorso.

L’udienza del Riesame

Valda si è sempre proclamato non colpevole ed è pronto a dimostrare la propria estraneità al delitto. Nel corso dell’udienza del Riesame, la difesa ha battuto sul calcio che avrebbe ricevuto da un 50enne, pregiudicato del Rione Traiano, che avrebbe provocato la reazione diventata poi tragedia. Agli atti dell’inchiesta sci sono anche intercettazioni drammatiche tra Luivi Valda (fratello del presunto assassino) e la parente Giuseppina Niglio. In una chiamata, la donna urla: “Ma ti pare che per un paio di scarpe? Stronzo, le scarpe si lavano”, riferendosi al motivo scatenante della rissa e poi della sparatoria. In lacrime il fratello si sfoga sulla morte del 18enne che in quella rissa non c’entrava proprio nulla: “È stato solo un litigio tra ragazzi, una tarantella. Ora ci dobbiamo preoccupare di come ci guardano? Perché a mio padre non me l’hanno ucciso sotto casa? E allora io come devo guardare le persone?”.

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