Cronaca Napoli, Napoli

Napoli, poliziotto ucciso nel tentativo di sventare una rapina: il premier Conte telefona alla famiglia

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Napoli, poliziotto ucciso nel tentativo di bloccare quattro rapinatori: per il pm si tratta di “omicidio volontario”. La vittima è Pasquale Apicella, agente morto mentre indossava la divisa.
Nella serata di ieri, il premier Conte ha raggiunto telefonicamente i familiari della vittima per esprimere tutta la sua vicinanza.

Poliziotto ucciso dai rapinatori, la telefonata del premier Conte

Ieri sera il premier Giuseppe Conte ha telefonato i famigliari di Pasquale Apicella, il poliziotto che ha perso la vita due giorni fa a Napoli nel violentissimo impatto tra la sua volante e l’Audi A4 sulla quale viaggiavano quattro giovani che avevano tentato di scassinare un bancomat. Il presidente del Consiglio ha manifestato ai familiari della vittima la vicinanza sua personale e dello Stato.

La dinamica

La tragedia si è consumata in via Calata Capodichino. Il malvivente tenta la fuga in auto ma  ha davanti a sé un’auto della polizia: Non arresta la corsa ma, invece di scappare a destra, decide di provare lo speronamento a sinistra, invadendo la corsia opposta, per sbattere lontano i poliziotti e impedirne una rincorsa nella notte.

Ecco che arriva la sterzata fatale, quanto basta ad uccidere l’agente di Polizia. È andata meglio al collega, l’agente Salvatore Colucci, che subisce lesioni non gravi.

Gli arresti

Immediato l’arrivo dei rinforzi, che chiudono il cerchio in poche ore: vengono arrestati e condotti in ospedale i primi due malviventi: Fabricio Hadzovic nato in Bosnia Erzegovina il 10 maggio del 1980 e Admir Hadzovic nato a Mugnano il 16 gennaio del 1993; mentre un terzo complice riesce a scappare e a fare ritorno nell’accampamento rom di Giugliano, assieme al quarto uomo, che aveva fatto da palo.

Il blitz nella baraccopoli di Giugliano

Poco dopo avviene il blitz nella baraccopoli di Giugliano: in cella Igor Adzovic, nato a Caserta il 30 maggio del 1981 e Renato Adzovic, nato a Mugnano il 29 aprile del 1997.

Le accuse

Omicidio volontario, lesioni personali, furto, rapina e ricettazione, sono le accuse del pm Cristina Curatoli e dell’aggiunto Rosa Volpe.

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