NAPOLI. Scandalo nel napoletano: una mamma chiama i soccorsi per il figlio che stava sotto shock anafilattico ma il 118 non risponde.
Ragazzo in pericolo di vita ma i soccorsi non rispondono
Questa mattina è arrivata alla redazione dell’Occhio di Napoli una terribile segnalazione da parte di una madre napoletana, vittima di malasanità. “Con mio figlio in shock anafilattico, domenica 13 gennaio, alle ore 7.30, è stato impossibile comunicare con il 118 perché fino alle 8.30 mi ha risposto solo il disco. Polizia e carabinieri, da me chiamati, nel frattempo, mi hanno risposto che non era compito loro. Praticamente mio figlio sarebbe morto se non avessi praticato a casa tutte le cure del caso compresa l’iniezione di adrenalina“.
La donna spiega che la permanenza al Cardarelli, dove il figlio è stato seguito da medici attenti, è servita solo a controllare il rientro dei parametri e a tenere sotto controllo un’eventuale ripetizione dello shock che, per fortuna, non si è verificata. Altre volte il ragazzo con la macchina è stato trasportato al pronto soccorso poichè la famiglia è residente in una zona ospedaliera. “Mi chiedo come facciano in evenienze simili persone che vivono lontane dagli ospedali. Mi sono dotata dei numeri di ambulanze private (quindi a pagamento) per eventuali altri episodi. E siamo a Napoli, e non in una sperduta isola dell’oceano. Abbiamo vissuto un analogo episodio a Sessa Aurunca (CE) ma lì l’ambulanza è venuta subito e l’assistenza è stata eccellente. Dovrei, dunque, trasferirmi?” continua la donna esasperata dalla situazione medico-sanitaria a Napoli.