La magia della storica Chiesa di Santa Luciella a Napoli: è stato scoperto un affresco del ‘600, rinvenuto per caso a seguito del distacco di una parete. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Napoli, scoperto affresco del ‘600 nella Chiesa di Santa Luciella
Nella storica Chiesa di Santa Luciella, dove è custodito il famoso “teschio con le orecchie”, è stata fatta una nuova scoperta: dietro l’intonaco bianco di una parete è emerso un affresco, probabilmente risalente alla fine del ‘600 o all’inizio del secolo successivo. L’incertezza sulla datazione è dovuta al fatto che il recupero dell’opera è appena iniziato e gli studi sono ancora nelle fasi iniziali. Il Mattino racconta in esclusiva questa incredibile e affascinante vicenda, che si sviluppa in uno dei nuovi luoghi simbolo della rinascita culturale di Napoli.
LA SCOPERTA
Questa storia ha avuto inizio per caso, da un evento apparentemente insignificante: «Un giorno, su una parete della terra santa, abbiamo notato che l’intonaco si era scrostato, rivelando una piccola macchia di colore scuro – racconta sorridendo Massimo Faella, presidente di Respiriamo Arte, l’associazione che si occupa della chiesa – chiunque altro avrebbe ignorato quella striscia nera. Ma noi ci siamo ostinati a indagare». Faella usa sempre il plurale, poiché l’associazione, di cui fanno parte anche Angela Rogliani e Simona Trudi, opera in perfetta sintonia e ogni decisione, anche la più piccola, è presa all’unisono dai tre fondatori.
Per esaminare quella striscia di colore scuro, è stato richiesto l’intervento di un restauratore che, con grande attenzione, ha “esplorato” i contorni fino a scoprire la presenza di una croce con una corona di spine e una parte di una lancia, rappresentazione di quella che colpì il costato di Cristo. «Non si può descrivere l’emozione che abbiamo provato in ogni singolo istante della riscoperta di questa pittura murale – racconta con passione Faella, ripensando a quei momenti – è come se Santa Luciella continuasse a comunicare con noi, rivelandoci i suoi segreti e la sua storia».
IL RECUPERO
Dopo i primi interventi, il lavoro del restauratore si è bloccato. Per proseguire, è fondamentale definire un percorso condiviso con la Soprintendenza e, soprattutto, è necessario reperire un sostanzioso finanziamento. Respiriamo Arte è riuscita a riaprire la chiesa di Santa Luciella grazie a donazioni private e a raccolte spontanee; attualmente, tutti i proventi delle visite turistiche, ad eccezione degli stipendi dei giovani assunti dall’associazione, vengono destinati a un fondo per i necessari ulteriori restauri della chiesa.
In sintesi, le risorse economiche sono limitate: «Tuttavia, noi crediamo nel cuore di questa città – afferma il presidente Faella con determinazione – lungo il nostro cammino abbiamo incontrato molte persone che hanno riposto fiducia in noi e non hanno esitato a supportare il nostro sogno. Per questo motivo, facciamo un nuovo appello affinché qualcuno ci aiuti a far emergere anche quest’altra meraviglia: siamo certi che questa città non ignora le opportunità di sostenere iniziative culturali e appassionate».
LA DATAZIONE
Inizialmente, gli esperti hanno suggerito che l’opera potrebbe risalire a un periodo compreso tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII. Tuttavia, sarà necessario recuperare completamente la pittura murale per ottenere ulteriori dettagli fondamentali per la datazione. In effetti, questa potrebbe rappresentare solo una piccola parte di un ciclo di dipinti molto più ampio. Esiste una significativa possibilità che l’intera area della Santa Luciella fosse adornata da rappresentazioni pittoriche legate alla morte e alla possibile salvezza delle anime.
Tra i progetti futuri dell’associazione Respiriamo Arte c’è l’intenzione di realizzare ulteriori “saggi” in diverse aree della zona ipogea, per verificare la presenza di altri affreschi. Questa possibilità potrebbe aprire a scenari molto stimolanti, ma anche notevolmente più complessi, soprattutto dal punto di vista economico. «Per ora ci concentriamo sul recupero di questa sezione di affresco – afferma Faella, mostrando cautela riguardo al futuro – poiché rappresenta già un impegno significativo per tutti noi. Ci occuperemo del futuro con calma».
La chiesa di Santa Luciella, riscoperta nel 2010 dopo oltre quarant’anni di dimenticanza grazie a un’inchiesta del Mattino, ha ripreso vita nel 2019 grazie all’impegno di tre giovani napoletani (Faella, Rogliani e Trudi) che si sono battuti con determinazione per riportarla al suo antico splendore. Nonostante le difficoltà causate dal Covid, che avrebbero messo in crisi chiunque, i tre ragazzi hanno affrontato la situazione con coraggio e determinazione. La vera svolta è avvenuta la sera di Natale del 2021, quando Alberto Angela ha raccontato la chiesa tra le meraviglie di Napoli, portando Santa Luciella a diventare uno dei luoghi turistici più visitati della città. Da quel giorno, le file di visitatori non si sono mai fermate.