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Spaventati, derubati e presi in giro sul web: “Ti abbiamo truffato” | IL MODUS OPERANDI DELLA BANDA ARRESTATA A NAPOLI

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Foto delle truffe

Spaventati, derubati e presi in giro sul web: ecco come agiva la banda che commetteva truffe agli anziani sgominata a Napoli. I carabinieri nella mattinata odierna, martedì 3 dicembre, hanno eseguito 15 arresti. La banda, attiva in tutta Italia e con base nell’area nord di Napoli, si divertiva a prendere in giro le sue vittime: dopo averle messe sotto pressione e terrorizzate fino a costringerle a pagare, una volta conclusa la transazione.

Napoli, truffe agli anziani: 15 arresti

«Un ulteriore atto di disprezzo e derisione» è come viene definita dall’inchiesta della Procura di Napoli Nord. La banda, attiva in tutta Italia e con base nell’area nord di Napoli, si divertiva a prendere in giro le sue vittime: dopo averle messe sotto pressione e terrorizzate fino a costringerle a pagare, una volta conclusa la transazione, seguiva una telefonata beffarda: «Ti abbiamo truffato!», accompagnata da risate beffarde.

Questa mattina si è messa la parola fine a un gruppo di criminali: i carabinieri della compagnia di Caivano hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura di Aversa, nei confronti di 15 indagati. Di questi, 12 sono stati arrestati (8 in carcere e 4 agli arresti domiciliari), mentre 3 hanno ricevuto l’obbligo di dimora. La maggior parte degli indagati proviene da Giugliano o dall’hinterland a Nord di Napoli. Durante le indagini, sono state sventate numerose truffe, con 30 tentativi bloccati sul nascere, e sono stati effettuati arresti in flagranza di reato di diverse persone. Inoltre, è stata recuperata una refurtiva del valore di circa 200mila euro, comprendente contanti, gioielli in oro e altri preziosi.

L’organizzazione della banda dedita alle truffe ai danni degli anziani

I membri dell’associazione si suddividevano in “centralinisti” e “trasfertisti”, e si occupavano di ideare e mettere in atto truffe nei confronti degli anziani, contattandoli telefonicamente. Due sono gli elementi chiave di una truffa. Il primo è la rapidità: minore è il tempo concesso alla vittima per riflettere, minori sono le probabilità che sorgano dei dubbi. Il secondo elemento è la paura: un anziano, spesso solo, teme costantemente che possa succedere qualcosa di brutto ai propri cari. Un dubbio, anche se poco plausibile, può portare a un crollo psicologico.

Napoli, smantellata una banda di rapinatori e truffatori che terrorizzava gli anziani in tutta Italia

All’interno del gruppo criminale esistevano gerarchie ben definite. I capi e i promotori svolgevano principalmente il ruolo di “centralinisti”, contattando le vittime anziane e minacciandole per estorcere denaro e oggetti di valore. Per questo scopo, si procuravano “appoggi”, ovvero appartamenti da cui effettuare le chiamate, cambiandoli con una frequenza settimanale per eludere le indagini. Gli altri membri dell’associazione, che fungevano da coordinatori e, in alcuni casi, anche da “centralinisti” e “trasfertisti”, si occupavano di reclutare minorenni da utilizzare per le trasferte.

Nel caso in cui i minori non fossero disponibili, si offrivano personalmente per ricoprire il ruolo di “trasfertista”, procurandosi i telefoni e le schede SIM necessari per contattare le vittime anziane. All’occorrenza, svolgevano anche la funzione di centralinista, contattando direttamente le vittime e noleggiando veicoli per permettere al “trasfertista” di turno di recarsi nei luoghi indicati.

L’attività si rivelava molto redditizia, con un giro d’affari stimato intorno a 1 milione di euro al mese derivante dalle truffe. Le indagini hanno permesso di far luce sulle operazioni criminose, che si svolgevano in diverse località, tra cui Milano, Pesaro, San Giovanni Lupatoto (Verona), San Severino Marche, Novara, Avellino, Napoli, Salerno, oltre a Sparanise, Giugliano in Campania, Lusciano, Casoria, Caivano e Marano di Napoli.

In che modo gli anziani venivano truffati

In diverse situazioni, i truffatori si spacciavano per figli delle vittime o membri delle forze dell’ordine, sostenendo che ci fosse il rischio di una denuncia penale o addirittura di arresto per un familiare. Così facendo, riuscivano a ottenere ingenti somme di denaro, oltre a gioielli o carte di credito con i relativi codici PIN.

In un episodio specifico, una donna anziana aveva consegnato 3.700 euro e, quando le è stato chiesto di versare ulteriori 5.000 euro, ha rifiutato. A quel punto, il presunto truffatore l’ha spinta via, mentre un “centralinista” che seguiva la situazione al telefono ha esclamato: «Sbattila per l’aria e vattene!».

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