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Omicidio di Emanuele Durante, l’ipotesi della vendetta: “Colpito come l’amico Emanuele Tufano”

napoli Emanuele Durante

Emanuele Durante

Si continua ad indagare per ricostruire l’omicidio di Emanuele Durante, gli investigatori stanno vagliando l’ipotesi della vendetta: “Colpito come l’amico 15enne Emanuele Tufano”. Le due vittime si conoscevano bene, erano infatti amici da sempre e trascorrevano spesso del tempo insieme. Ora hanno condiviso anche lo stesso tragico destino. Lo riporta Il Mattino.

Omicidio di Emanuele Durante, l’ipotesi della vendetta e il filo che collega al delitto di Tufano

Si conoscevano bene, erano amici e trascorrevano del tempo insieme. Per un certo periodo, condividevano la stessa vita e lo stesso quartiere, impegnandosi in bravate e avventure, tra lavori occasionali e scorribande in scooter da un quartiere all’altro. Due esistenze parallele, almeno fino a un certo punto. Poi, uno viene ucciso a ottobre, l’altro sabato scorso: il primo si chiamava Emanuele Tufano, aveva solo 15 anni; il secondo, per rimanere ai fatti recenti, era Emanuele Durante, colpito a 20 anni. Amici da sempre, entrambi coinvolti in dinamiche criminali legate a faide tra giovani.

Racconti di bande giovanili si intrecciano in un legame di sangue che unisce l’omicidio avvenuto il 24 ottobre nel rione Mercato e il delitto avvenuto il 15 marzo in via Santa Teresa degli Scalzi. L’inchiesta, guidata dal pm anticamorra Celeste Carrano e coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Amato, si concentra sulla rete di contatti dell’ultima vittima di camorra. Grazie a queste indagini, è stato possibile ricostruire le relazioni e le frequentazioni del ventenne ucciso sabato scorso. In breve, Emanuele Durante era amico del più giovane Emanuele Tufano. Entrambi sono stati colpiti da un solo proiettile, sebbene le circostanze e le dinamiche delle loro morti siano completamente diverse.

Il retroscena

Procediamo con calma. Iniziamo dall’ultimo episodio, avvenuto in via Santa Teresa degli Scalzi. Sono le 18.30 e ci troviamo nei pressi di un distributore di benzina, quando un sicario a bordo di uno scooter (probabilmente con un complice alla guida) apre il fuoco contro Emanuele Durante. Il ventenne è al volante della sua auto, con la fidanzata accanto. Un colpo esploso alle spalle, nel caos del sabato sera, in una delle zone più affollate di Napoli. Molti hanno assistito all’azione del killer (o dei killer), che ha sparato con precisione e poi è fuggito. La fidanzata della vittima non ha visto molto; non ha avuto il tempo di comprendere cosa stesse accadendo intorno a lei e si è limitata a chiedere aiuto per la corsa disperata verso l’ospedale Pellegrini. Un attacco improvviso, probabilmente registrato dalle telecamere della zona, con un’inchiesta in corso da parte dei carabinieri del comando provinciale di Napoli. La situazione è diversa rispetto a quanto accaduto il 24 ottobre scorso.

È notte nel rione Mercato, la notte delle paranze. Un gruppo di circa una dozzina di ragazzi emerge dai vicoli vicino alla chiesa del Carmine. Tutti in sella ai loro scooter, provengono dalla zona della Sanità. Il loro obiettivo è provocare i residenti del rione Mercato, in una lotta per la leadership in una parte del centro storico. Sono le due di notte quando si verifica un vero e proprio scontro a fuoco. Da un lato ci sono i ragazzi della Sanità, dall’altro quattro giovani del rione Mercato. Non è chiaro chi abbia aperto il fuoco per primo. Tuttavia, dalle immagini delle telecamere, si vede che i quattro di rione Mercato sono costretti a lasciare i loro scooter e a cercare riparo dietro auto e cassonetti. Rispondono al fuoco, dando vita a uno scontro che coinvolge più persone. Vengono esplosi più di dodici colpi, e a terra rimane, privo di vita, Emanuele Tufano.

La dinamica

Non è chiaro chi abbia sparato il colpo fatale. Di certo, i suoi amici del rione Sanità non hanno esitato a fuggire, abbandonando un ragazzo di soli 15 anni privo di vita. Un’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile, sotto la direzione del primo dirigente Giovanni Leuci, ha portato all’individuazione di due indagati, ma non sono accusati di omicidio: si tratta di un 15enne e di un 17enne, entrambi appartenenti al gruppo del rione Mercato, accusati solo di possesso di armi. Infatti, non sono accusati di omicidio, poiché, in base alle immagini raccolte, il colpo che ha ucciso il 15enne potrebbe non essere stato sparato dai due indagati. Torniamo ora alla storia di Emanuele Durante.

Il procuratore Nicola Gratteri spiega: «Con il passare del tempo, osserviamo un numero crescente di giovani che perdono la vita, commettono reati o si trovano a capo di organizzazioni criminali. Questo fenomeno interessa il mondo occidentale, l’Italia, la Campania e Napoli». Gratteri sottolinea anche un altro aspetto: «Il numero degli omicidi di camorra a Napoli è migliorato rispetto a decenni fa, quando si registravano circa 300 omicidi all’anno negli anni Ottanta».

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