L’omicidio di Massimo D’Antona “deve rappresentare “un insegnamento” per un Paese “fragile” come l’Italia, che “vive un eterno presente” e all’epoca “non colse i segnali” della tragedia che stava per succedere: vicende come questa “sono dietro l’angolo: bastano poche persone per arrecare molti danni: occorre intervenire dove i segnali possono e debbono essere colti”. Così il capo della Polizia, Franco Gabrielli, intervenuto alla cerimonia per il 19/o anniversario dell’uccisione del giurista.
La commemorazione in onore di Massimo D’Antona
Presenti sul luogo dove avvenne l’agguato, in via Salaria, nei pressi dell’abitazione di D’Antona, oltre alla vedova Olga, anche il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti, la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni.
Per Gabrielli l’omicidio D’Antona “ha segnato la vita del Paese e deve essere oggi fortissimamente ricordato perchè porta con sè innumerevoli motivi di riflessione ed insegnamento”. Le dichiarazioni di Franco Gabrielli sono riferite dall’Ansa.
Il #capodellapolizia alla commemorazione per la morte del professor Massimo D’Antona, consulente Ministero Lavoro, ucciso il 20 maggio 1999 da un commando delle Nuove #BrigateRosse formato da Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce mentre usciva da casa a Roma per andare a lavoro pic.twitter.com/H6cxmEwq2h
— Polizia di Stato (@poliziadistato) 19 maggio 2018