NAPOLI. “Il 17 maggio prossimo cadrà il venticinquesimo anniversario, giusto un quarto di secolo, del brutale assassinio di Maurizio Estate, vittima innocente della criminalità e medaglia d’oro al valore civile, spirato tra le braccia del padre, dopo che gli avevano sparato per essere intervenuto, poco prima, sventando uno scippo – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari – Il grave fatto di sangue avvenne il 17 maggio 1993, a Napoli, al largo Vetriera a Chiaia, oggi largo Maurizio Estate, dove una lapide ricorda la nobile figura di questo giovane che ancora oggi rappresenta un fulgido esempio, per tanti giovani, di altruismo e di amore per il prossimo”.
Gennaro Capodanno e il ricordo di Maurizio Estate
“Negli anni scorsi, in occasione della commemorazione, sono stati presenti anche gli alunni di una scuola media statale che ha assunto Maurizio Estate come simbolo di eroismo, realizzando pure un filmato dove si descriveva la vita della giovane vittima della criminalità – continua Capodanno -. In occasione della commemorazione del 17 maggio 2005, il primo cittadino del capoluogo partenopeo, nel ricordare il giovane, che, quando fu ucciso, aveva appena 23 anni e stava per convolare a nozze, nel corso dell’intitolazione di una piazza a Scampia, lo paragonò a Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che si gettò su Giuliana Sgrena per difenderla”.
“Leggendo la lapide dedicata a Maurizio – conclude Capodanno – vengono in mente le parole del fratello: Spero che questa lapide sia di monito per i giovani, altrimenti ci piegheremo alla barbarie. Ricordare è importante, una città senza memoria non ha futuro. È facile andare via, il difficile è vivere qui a Napoli. Ma non possiamo andarcene. Dobbiamo sperare ed essere sempre di più a farlo“.