Omicidio di Melania Rea, dal libro nuove teorie sul delitto della 28enne originaria di Somma Vesuviana e madre di una bambina di 18 mesi: dal DNA rinvenuto sulla bocca alle celle telefoniche. La tragedia si è consumata durante un’escursione con il marito Salvatore Parolisi. Lo riporta Il Mattino.
Omicidio Melania Rea, dal libro nuove teorie sul delitto
Il 18 aprile 2011, Melania Rea, una giovane di ventotto anni originaria di Somma Vesuviana e madre di una bambina di 18 mesi, scompare durante un’escursione con il marito Salvatore Parolisi, un militare. Due giorni dopo, il suo corpo viene scoperto, presentando 35 coltellate e una svastica incisa sulla coscia, in quella che i giudici definiscono una messinscena orchestrata dal marito, successivamente condannato per omicidio. Oggi, a più di dieci anni di distanza, il caso continua a destare grande interesse.
Le fasi del caso
Il libro “Melania” (Armando Editore), scritto a quattro mani dal funzionario di polizia Armando Palmegiani e dalla giornalista napoletana Raffaella Notariale, attualmente collaboratrice di «Report», ripercorre le fasi del processo giudiziario e analizza anche tutti gli aspetti legati a questo crimine. Gli autori affermano: «Desideravamo affrontare il tema degli omicidi di genere e, nonostante siano trascorsi molti anni, la storia di Melania rimane emblematicamente significativa per comprendere la dinamica di queste tragedie e le loro conseguenze».
Testimonianze inedite
La narrazione si arricchisce di nuove testimonianze e contributi di esperti che hanno avuto un ruolo fondamentale nel corso del processo. Tra di loro, la criminologa Roberta Bruzzone, la genetista forense Marina Baldi e lo specialista informatico Paolo Reale, figure chiave che hanno avuto un impatto significativo in tribunale. Ad esempio, Marina Baldi sfata il mito secondo cui il DNA di Parolisi trovato sulla bocca della vittima fosse indicativo di un bacio. Grazie a studi avanzati e analisi sperimentali condotte su un’intera classe di criminologia, la genetista ha dimostrato che le tracce non potevano essere interpretate come un gesto affettuoso, ma dovevano essere comprese in un contesto completamente diverso.
Le celle telefoniche
Un aspetto fondamentale è l’analisi delle celle telefoniche condotta da Paolo Reale. Le sue ricerche hanno rivelato che i telefoni di Melania e Parolisi si erano collegati alle stesse celle, supportando sia la posizione della difesa che quella dell’accusa. Si tratta di un caso insolito, che ha reso la situazione ancora più intricata. L’integrazione di scienza forense, tecnologie digitali e testimonianze dirette ha consentito di ricostruire un quadro dettagliato degli eventi, mettendo in luce non solo la brutalità dell’omicidio, ma anche la complessità della sua pianificazione e dell’indagine successiva.
Oltre agli elementi tecnici e investigativi, il libro presenta anche una dimensione umana e personale. Tra le sue pagine si fa sentire con intensità la voce di Michele Rea, il fratello di Melania, che in un’intervista esclusiva condivide il dramma che ha colpito la sua famiglia, il peso della perdita e la lotta per accettare una verità così straziante. Le parole di Michele non si limitano a raccontare il dolore, ma si trasformano in un appello per la giustizia e un invito a non dimenticare.