Omicidio nella serata di ieri, lunedì 18 novembre, a Ponticelli di Napoli: un pregiudicato di 71 anni, Arturo Panico, è stato preso a sprangate nella sua falegnameria. Secondo quanto riportato dall’odierna edizione del Mattino, la vittima ha rimediato due colpi dietro alla nuca e uno all’altezza della fronte che si sono rivelati fatali. Una telefonata anonima arriva al centralino del 118: «C’è un uomo preso a bastonate, è riverso a terra, deve essere aiutato. Correte, che rischia di morire».
Omicidio a Napoli, pregiudicato preso a sprangate in falegnameria: chi era Arturo Panico
Urla provenienti da una falegnameria, seguite da un improvviso silenzio. È uno scenario surreale a Ponticelli, poco dopo le otto di ieri sera, quando qualcuno riesce a dare l’allerta. Una telefonata anonima informa il centralino del 118: «C’è un uomo colpito a bastonate, è a terra, ha bisogno di aiuto. Fate in fretta, rischia di morire». Pochi minuti dopo, arrivano i carabinieri della compagnia di Poggioreale, e la scena si presenta in tutta la sua drammaticità. Un uomo è stato ucciso: si chiamava Arturo Panico, aveva 71 anni. Con precedenti per reati minori, non era considerato legato ai clan locali. Originario di Santa Anastasia, viveva a Napoli, nel quartiere di Ponticelli, formalmente residente in via De Meis. È stato assassinato all’interno di una falegnameria in via dei Mosaici, all’altezza del civico 40.
Lesioni alla nuca e alla fronte
Siamo nell’area orientale di Napoli, dove è arrivato il pubblico ministero di turno, Toscano, della Procura di Napoli, mentre i carabinieri hanno iniziato le indagini sul posto. Si tratta di un contesto metropolitano caratterizzato da numerosi opifici e attività economiche. Panico frequentava da tempo una falegnameria, un negozio in cui trascorreva gran parte della sua giornata, considerandolo quasi una seconda casa, oltre alla sua residenza in via de Meis. In passato, era stato segnalato per alcuni piccoli reati ed era stato considerato tossicodipendente. Ora, passiamo alle indagini condotte dalla Procura di Napoli.
Si parte dal referto del medico legale: due colpi inferti alla nuca e uno sulla fronte. In sostanza, è stato colpito con un oggetto contundente, probabilmente al termine di un litigio improvviso. Gli inquirenti hanno annotato alcune testimonianze raccolte sul posto. Tuttavia, nessuno ha visto nulla di significativo, seguendo un copione tipico di situazioni caratterizzate da un certo grado di omertà. Eppure, c’è chi afferma di aver udito le urla della vittima, come se si fosse trattato di un alterco improvvisato. È possibile che Panico avesse ricevuto un conoscente all’interno della falegnameria, dove si trovava da tempo, dando vita a una sorta di corpo a corpo.
Il movente economico
Secondo le prime indagini, sembra esserci un movente economico. Durante la lite, sono stati uditi riferimenti a questioni di denaro. Poi sono seguiti i colpi e il silenzio. E ci sono le immagini. Infatti, tutto potrebbe essere stato registrato da alcune telecamere presenti nella zona, che sorvegliano aziende, fabbriche e insediamenti produttivi. In questo contesto, l’assassino potrebbe essere stato immortalato dal sistema di videosorveglianza attivo nell’area.
La zona versa in uno stato di degrado, con palazzine in rovina affiancate da abitazioni decisamente più curate. Le finestre sono abbassate e nessuno si espone. Durante la notte, alcuni residenti nei pressi della falegnameria sono stati ascoltati, ma non sembrano aver fornito informazioni utili per le indagini. Anche chi abita a pochi passi dal luogo del delitto, in edifici adiacenti alla fabbrica dove viveva il 71enne, ha mostrato indifferenza. Sangue e silenzio regnano sovrani. Nessuno parla, nonostante molti conoscano la verità. Si sta indagando su un possibile prestito di denaro o su un affare di poco conto andato storto, un motivo sufficiente a scatenare una furia omicida.