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Omicidio Sant’Antimo, i funerali di Luigi Cammisa

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Le due vittime

Si sono svolti nella giornata odierna, mercoledì 14 giugno, i funerali di Luigi Cammisa, il giovane vittima di omicidio: si sono tenuti al Santuario di Sant’Antimo Prete e Martire. Il 44enne fu ucciso nella giornata di giovedì insieme alla cognata Maria Brigida Pisacane. Il killer dei due sarebbe stato il suocero.

Omicidio Sant’Antimo, funerali di Luigi Cammisa: il dolore dei familiari

All’esterno della chiesa sono comparsi alcuni striscioni in ricordo del pittore 29enne freddato in piazza Sant’Antonio da Padova. Tanti i presenti in lacrime tra parenti, amici e conoscenti.

L’omelia

L’omelia di Don Franco Campanile: “Ai giovani dico: mai più violenza. La violenza non risolve niente ma distrugge tutto, distrugge le famiglie, le comunità, fa crescere l’odio. Non ci fa arrivare da nessuna parte Nel nostro cuore deve regnare la pace, il bene. Dobbiamo imparare a rispettarci gli uni con gli altri, niente e nessuno ha il diritto di togliere la vita a un fratello o di una sorella”. Il sacerdote ha rivelato che subito dopo l’omicidio la mamma del giovane è “venuta qui in questa chiesa affidandosi il figlio a Gesù. Omicidio, femminicidio, è sempre violenza e non si può accettare. Ancora una volta la comunità della nostra terra si trova a piangere un suo figlio giovane con una vita lunga davanti. Da domani, anzi tra qualche ora coltiviamo il seme del bene, disdegniamo il mare e pregando per chi va il male. Aprite il cuore alla speranza, al bene. Dove c’è il male, noi dobbiamo portare il bene. Dove c’è la morte, noi dobbiamo portare la vita”.

A celebrare l’ultimo saluto anche monsignore di Aversa, don Angelo Spinello: “Dobbiamo perseguire sempre la via delle persone che ascoltano. Spesso, ascoltare non è uguale che sentire. Vediamo anche i gesti che compiono gli altri e non li comprendiamo e quindi diventiamo ciechi e irragionevoli. La prepotenza – aggiunge Spinillo – sa solo gridare ma non sa ascoltare, sa solo imporre e non dialoga. Dove c’è prepotenza non c’è mai crescita del bene, che passa solo nella capacità di ascoltarci l’uno con gli altri e partecipi della pace. Il dolore di questa tragedia lo si porterà per sempre dietro, lo porterà per sempre la comunità intera. Ma questo dolore sia la base per costruire la giustizia“.

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