NAPOLI. Abbandonato, agonizzante, lo scorso 5 luglio, da un’automobile alla stazione di Caserta. Sul corpo estese scottature.
Alcuni clochard lo notarono, chiamarono aiuto. Quel giorno Narinder Singh, indiano di etnia Sikh, fu ricoverato in ospedale dove è morto lo scorso 26 luglio. Ora si vuol far chiarezza sulla sua morte, si vuol capire se il suo sia stato un decesso naturale o se dietro ci sia, piuttosto, un caso di sfruttamento. Lo riporta l’Ansa.
Operaio morto, esposto in procura
Un esposto, a tal fine, è stato depositato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dal legale Giancarlo Pezzuti per conto della Flai-Cgil.
Il “sospetto più che fondato – spiega Giovanni Mininni, segretario nazionale della Fial-Cgil – è che dietro la morte di Narinder vi possa essere una delle tante storie di sfruttamento lavorativo e di riduzione in schiavitù. Lo stesso Narinder, prima di morire, ha raccontato che lavorava presso un’azienda agricola e di allevamento di Castel Volturno”.