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Palazzo Sirignano diventerà un albergo extralusso

NAPOLI. Il progetto iniziale era farlo diventare il quartier generale dei gruppo Capri, responsabile dei marchi Gutteridge ed Alcott, poi però le cose hanno preso un’altra direzione. «Molti nostri amici – ha dichiarato Nunzio Colella – nel venire a Napoli restavano affascinati dalla città ma ci chiedevano dove alloggiare perché manca un hotel extralusso e quelli di via Parenope sono un po’ datati per soddisfare una clientela estremamente sofisticata». Ecco dunque l’idea di trasformare una struttura ottocentesca di via Chiaia, Palazzo Sirignano, nel Grand Hotel Sirignano, spendendo in altra maniera i milioni che fino a poco fa erano stati stanziati per convertire in uffici al limite del futuristico una sublime antichità.
Nulla sarà così semplice, ma l’idea ha già preso forma. «Abbiamo dovuto cambiare strategia – prosegue Colella che, assieme ai figli Francesco, Marianna e Salvatore, è il patron dei marchi di abbigliamento Alcott e Gutteridge – Perciò abbiamo acquistato 15mila metri quadri nell’interporto di Nola da destinare alle attività commerciali che sono il nostro core business. E i milioni che avevamo in mente di investire alla Riviera di Chiaia ora sono destinati all’albergo».

Gran parte dei 17mila metri quadrati dell’edificio, di cui settemila di superficie commerciale quando ancora il palazzo era di proprietà della Tirrenia, sono destinate a diventare adesso camere extralusso dell’hotel: si ipotizza una suite da 50 metri quadri e una addirittura da 200, per una clientela selezionatissima. Nel progetto anche un centro benessere, nonché la piscina nel roof garden. Al pian terreno, dove era previsto un megastore di Alcott e Gutteridge, ora si progetta la hall e una sala multifunzioni. Ben tre ristoranti, di cui uno aperto alla clientela cittadina, ingresso ricavato da una seconda porta di accesso a Palazzo Sirignano. Rispetto al progetto iniziale di tecnologizzare il palazzo in una serie di uffici, quello dell’hotel extralusso prevede, economicamente parlando, un maggiore sacrificio.

Non mancheranno gli ostacoli da parte della burocrazia: bisognerà senz’altro ottenere un cambio di destinazione sia dal Comune che dalla Soprintendenza, che non vuole vengano toccati gli interni della struttura nei lavori che sarà necessario fare.
«Ci abbiamo riflettuto a lungo – continua Colella – Il nostro primo investimento acquisendo l’edificio era pensato per rinforzare le nostre radici, indissolubilmente legate a Napoli, e per evitare che i tesori della città cadessero in altre mani, come i fondi di investimento dell’estero. Ora pensiamo a un intervento che fin da subito dà lavoro alla città e che, in futuro, ne offrirà ancora di più. Dopo il primo acquisto avevamo detto: questo non è solo un immobile di grande prestigio, è un monumento e ci teniamo che le cose belle di Napoli restino ai napoletani, magari rivalutate. Ci sembra che questo progetto vada in questa direzione.»

Palazzo Sirignano era stato acquistato a giugno dal gruppo Capri, in fase di espansione commerciale. L’azienda pensa di espandersi nel resto dell’Europa, con 300 milioni di fatturato, e 1600 dipendenti. Dall’inizio del 2017 sono stati aperti quattro punti vendita tra Granada e Barcellona, altri quattro sono in fase di apertura tra Madrid e Barcellona. Subito dopo, la capitale europea per eccellenza: Londra.

 

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