NAPOLI. Il 4 giugno 1994 ci lasciava il grande Massimo Troisi. Poche parole riescono a descrivere cosa significasse e cosa significhi tuttora la figura e l’opera di quest’artista per Napoli, ma non solo.
Tra queste parole, tuttavia, c’è la poesia che Roberto Benigni, collega e amico dell’attore di San Giorgio a Cremano, dedicò a Massimo Troisi dopo la sua prematura scomparsa.
Poesia di Benigni a Troisi, il testo
Ecco il testo della poesia di Roberto Benigni a Massimo Troisi:
Non so cosa teneva dint’a capa;
intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di jamm, o’ saccio, ‘naggia, oilloc, azz!;
era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
“Non si capisce”, urlavano sicuri,
“questo Troisi se ne resti al Sud!”
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m’ha mai parlato della pizza,
e non m’ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell’amato San Gennaro.