“50 anni fa ho asportato da edificio di Pompei questo frammento. Me ne vergogno e lo restituisco al proprietario. Scusate!“. Questo recita un biglietto allegato ad un pacco recapitato agli Scavi di Pompei, uno dei più importanti e visitati d’Italia. Un turista, dopo 50 anni, ha restituito un reperto rubato, un frammento di volto trafugato a una domus Scavi.
A rendere noto quanto accaduto, su Instagram, è stato Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei, che ha pubblicato una foto del cimelio rubato.
Turisti pentiti dei furti agli Scavi di Pompei: “ormai una prassi”
“A volte ritornano. Per posta, quasi settimanalmente” ha scritto il direttore Osanna a corredo della fotografia, a rimarcare che episodi del genere accadono spesso al Parco Archeologico di Pompei. Molti, nel corso degli anni, i reperti rubati dalle domus, ma tanti sono stati anche restituiti.
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Qualche mese fa, in ottobre, alcuni turisti stranieri, dopo 15 anni, hanno restituito oggetti rubati agli Scavi durante una loro visita: si tratta di due tessere di mosaico bianco, una parete di ceramica da fuoco e due pareti di anfora; i pacchetti sono stati spediti ai carabinieri e poi riconsegnati alla Soprintendenza.
Anche in quel caso, entrambi i pacchetti erano accompagnati da lettere di scuse degli autori dei trafugamenti. “Li abbiamo presi senza pensare al dolore e alla sofferenza che quelle povere anime hanno provato quando il Vesuvio è eruttato e alla loro terribile morte” scrivevano Alastain e Kimberley. “Ho preso questi tasselli quando ho visitato Pompei, nel 2005. Ero giovane stupida” scriveva invece Nicole.
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