Nuova aggressione, avvenuta a poca distanza dall’ultima, nel carcere femminile di Pozzuoli: diverse sono le poliziotte che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. I fatti sono avvenuti nella giornata di ieri, martedì 7 marzo.
Pozzuoli, nuova aggressione nel carcere femminile
Si tratta del secondo episodio di violenza consumato in pochi giorni nel carcere femminile di Pozzuoli. Secondo i sindacati sono dovute alla “non idonea gestione” delle articolazioni per la tutela della salute mentale (ATSM).
A denunciare le “gravi condizioni lavorative” in cui versa il personale, in una nota congiunta, i sindacati SINAPPE, UIL P.A., USPP, FNS CISL, CGIL FP e CNPP, che ribadiscono lo stato di agitazione.
La nota
“La grave situazione si ritiene essere principalmente riconducibile all’assenza di una idonea organizzazione dell’articolazione di salute mentale, determinata dall’assenza negli orari pomeridiani, notturni, nei fine settimana e nei giorni festivi di personale sanitario specializzato, deputato alla gestione delle detenute ristrette nell’ATSM.
Tutto ciò, sembrerebbe, in contraddizione con quanto stabilito dal Protocollo di intesa sottoscritto dalla Direzione e l’ASL NA 2 Nord, con il quale si prevedeva la presenza di personale sanitario specializzato H24″.
I sindacati segnalano “le reiterate doglianze presentate dal personale di Polizia Peninenziaria ivi in sevizio risulterebbero del tutto vane, poichè le azioni poste in essere dalla direzione dell’istituto non sarebbero nè risolutive, ne allevierebbero il disagio lavorativo in cui il personale di Polizia Penitenziaria opera.
Disagio ulteriormente aggravato dalla grave carenza di organico che impone al personale massacranti turni che vanno ben oltre gli orari prestabiliti e, sovente, senza poter nemmeno fruire dei previsti diritti soggettivi”.