Rabbia a Napoli dove un professore è stato aggredito perché reo di essere gay. Un’aggressione nata dopo un banale diverbio per una questione di precedenza e spazi sulle scale mobili della stazione Garibaldi della linea 2 della metropolitana. Il diverbio si è trasformato in una aggressione verbale a sfondo omofobo come riportato dal Corriere del Mezzogiorno.
Napoli, professore gay aggredito alla stazione
Marco Maria Taglialatela è il protagonista di questa triste vicenda. Alcuni anni fa ha sposato Carlo Cremona, referente dell’associazione I – Ken. “Erano circa le dieci di mattina – racconta– ed ero appena uscito dal treno. Attendevo ai piedi della scala mobile che si diradasse la calca per rispettare il distanziamento anti Covid. Sono stato urtato da un tipo sui cinquanta anni con un trolley. Ho protestato, ho fatto presente che ero in attesa, che c’ero prima io e che stavo aspettando per salire”.
Gli insulti
A quel punto è scattata l’aggressione: “Mi ha detto ‘stu ricchione e merda, già into o treno hai rotto il c…..’. Si riferiva al fatto che sul vagone avevo invitato una signora a scendere dalla porta giusta. Poi è stato un crescendo. Mi ha urlato che faccio schifo, che se non avessi smesso di rispondere mi avrebbe piantato un coltello nella pancia. Tutto in dialetto e con atteggiamento molto aggressivo e minaccioso. Nel frattempo provava a farmi cadere infilando i suoi piedi sotto le mie gambe, quasi a mettermi lo sgambetto”.
La denuncia
Il tutto è durato il tempo di risalire le scale della stazione. “Nessuno – si rammarica Taglialatela – è intervenuto a darmi man forte ed a ricondurre quell’energumeno alla ragione. Quando siano arrivati in superficie ho chiesto agli addetti di Trenitalia di darmi una mano. Quello continuava a insultarmi ed a canzonarmi, imitando la mia voce in falsetto, poi finalmente si è allontanato. E pensare che prima che accadesse tutto stavo riflettendo su quello che avrei potuto dire ai ragazzi a scuola in occasione della giornata contro la violenza sulle donne”.