C’erano due donne a capo dell’organizzazione che gestiva un giro di prostituzione a Napoli e provincia. Le ragazze, per la maggior parte straniere, venivano obbligate a prostituirsi e non solo. Trattenevano il 50% dei loro guadagni. Per questo motivo cinque persone sono finite agli arresti domiciliari tra Caivano e Giugliano in Campania, tutte indagate per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento, favoreggiamento ed agevolazione della prostituzione.
Prostituzione, smantellata organizzazione a Napoli: cinque arresti
Le indagini, svolte dai militari della tenenza di Melito di Napoli e coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno consentito di documentare l’attività di un gruppo, al cui vertice vi erano due donne, deputato allo sfruttamento delle prostitute collocate all’interno di abitazioni situate nelle province di Napoli e Caserta.
Gli associati, ed in particolare le due donne, gestivano i proventi della prostituzione lasciando alle prostitute il 50 per cento dei compensi ottenuti. Ognuno dei partecipi aveva compiti ben precisi, dall’adescamento dei clienti attraverso pubblicazione di annunci online fino al supporto tecnico alle prostitute per migliorare la visibilità sul web delle loro offerte.
Fornivano addirittura indicazioni sulle tecniche di approccio telefonico più efficaci, con lo scopo di aumentare il numero delle “visite” presso le abitazioni. Il crescente via vai dei clienti, attirando anche l’attenzione dei condomini di uno stabile, è stato anche oggetto di un ordine del giorno durante un’assemblea condominiale. Sono in corso perquisizioni.
Dove si trovavano le case a luci rosse
Le case a luci rosse erano situate tra le province di Napoli e Caserta, in particolar modo tra Melito di Napoli, Giugliano in Campania, Napoli, Aversa, Orta di Atella, Gricignano di Aversa.