Quali sono le chiese più belle d’Italia? Preply ha analizzato 200 edifici sacri stilando una propria classifica. Napoli si posiziona al secondo posto: nella top 30 ben due complessi. Si tratta di quella dei Santi Filippo e Giacomo in via San Biagio dei Librai e della chiesa del Gesù Nuovo in piazza del Gesù.
Quali sono le chiese più belle d’Italia: la classifica di Preply
L’Italia vanta un patrimonio di luoghi di culto straordinariamente ricco. Le chiese e le cattedrali rappresentano simboli culturali profondamente intrecciati con la storia e la lingua del paese in cui si trovano. Nel 2025, anno in cui Papa Francesco ha indetto il Giubileo, l’Italia si prepara a ricevere milioni di visitatori attratti dalle meraviglie storico-architettoniche del nostro territorio.
Preply ha analizzato 200 edifici sacri, stilando una classifica delle chiese più belle d’Italia. La chiesa considerata la più bella di Napoli, secondo il blog, è quella dei Santi Filippo e Giacomo in via San Biagio dei Librai. Nella lista delle prime 30, figura anche la chiesa del Gesù Nuovo in piazza del Gesù.
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La storia
In diversi punti della città, coesistono una Napoli visibile e una sotterranea. Questo è vero anche per la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, situata in via San Biagio dei Librai, all’angolo con il vicolo che porta il nome della chiesa, un tempo noto come “di casanova” in riferimento alla “nuova casa” del conte di Maddaloni, il palazzo di Diomede Carafa, che è ancora presente oggi. Recentemente, è stata effettuata una scoperta che ha rivelato, sotto il pavimento in maiolica, una nuova area archeologica e un ipogeo.
Non lontano da qui, alla fine del 1500, operava la Corporazione dell’Arte della Seta, che, grazie al supporto di alcuni sovrani, acquisì sempre più potere, tanto da poter contare su un proprio tribunale interno. Furono gli artigiani e i mercanti locali a far costruire la Chiesa nel 1593, anche se l’aspetto attuale risale a due secoli dopo. Questa nuova chiesa sostituì quella preesistente nella zona del Mercato, la quale ospitava nel suo conservatorio le figlie dei tessitori poveri o malati di Napoli. Per realizzare il progetto, acquistarono un palazzo dal principe di Caserta Acquaviva, al quale furono annesse le chiese di Santa Maria delle Vergini e di San Silvestro. Della struttura antecedente al restauro del 1758 rimane solo l’altare ligneo, opera di Marco Antonio Tibaldi, che costituiva l’altare maggiore e oggi è conservato in locali adiacenti alla chiesa.
Tra i pezzi di notevole valore artistico spicca un trono episcopale finemente intagliato e decorato con i simboli dell’Arte della Seta. La facciata, leggermente arretrata rispetto alla strada, è caratterizzata da cornici e stucchi grigi e bianchi su uno sfondo di tinteggiatura giallo ocra. Essa si sviluppa su due ordini sovrapposti: il primo in stile ionico e il secondo in stile corinzio, entrambi dotati di due nicchie. Nella parte inferiore si trovano due opere di Giuseppe Sanmartino, noto per il celebre Cristo Velato custodito nella Cappella Sansevero, che raffigurano San Giacomo e San Filippo. Nella parte superiore, invece, sono collocate due statue che rappresentano la Religione e la Fede, realizzate da Giuseppe Picano, allievo dello stesso Sanmartino.
L’interno presenta una navata unica, affiancata da quattro cappelle su ciascun lato e priva di transetto. Sul pavimento decorato con maioliche si trova lo stemma della Corporazione. Di particolare rilevanza sono anche gli affreschi settecenteschi di Giacomo Cestraro che adornano la volta della navata, insieme alle tele della tribuna che raffigurano San Filippo mentre distrugge gli idoli e il Martirio di San Giacomo. Recentemente, un gruppo di giovani studiosi dell’associazione “Respirare Arte” ha aperto al pubblico una nuova area sotterranea sotto la chiesa: si tratta di una zona archeologica inedita, che include un tratto di muro in opus reticulatum e probabilmente i resti di una domus romana, oltre a un ipogeo che custodisce un misterioso altare, situato proprio sotto il pavimento decorato con gigli borbonici.