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A maggio torna a sciogliersi il sangue di San Gennaro | La storia del miracolo

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Quando si scioglie il sangue di San Gennaro? Il 1° maggio 2021 tornerà a sciogliersi il sangue di San Gennaro. Il primo miracolo dell’anno cade, infatti, il sabato che precede la prima domenica di maggio in ricordo della traslazione dei resti del Santo dall’agro Marciano alle catacombe di Capodimonte.

Quando torna a sciogliersi il sangue di San Gennaro?

Il secondo appuntamento, quello sicuramente più conosciuto nel mondo, è il 19 settembre, festa liturgica di San Gennaro e anniversario del suo martirio. In entrambe le date il sangue si scioglie anche nei sette giorni successivi. Originario di Napoli Gennaro visse nella seconda metà del 200 e fu vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato. Il suo martirio si lega al contesto delle persecuzioni anticristiane di Diocleziano e lo porto’ ad essere decapitato 19 settembre del 305.

La leggenda narra che una donna, tale Eusebia, durante il trasporto del feretro racchiuse il sangue di Gennaro in due ampolline che consegnò al vescovo. Gennaro, divenuto santo dopo la sua morte, ebbe da subito un ampio seguito tra i fedeli partenopei tanto che la sua venerazione assunse forme vicino al paganesimo. In molti volevano essere sepolti vicini alla sua tomba e i fedeli iniziarono a portare doni al santo, tanto da generare, nel corso dei secoli, un vero e proprio tesoro che attualmente si stima valga di più di quello della regina di Inghilterra. Un tesoro di valore inestimabile, non solo e tanto a monetario, qualivello nto per l’importanza risarvatagli dai cittadini di Napoli.

È per questo motivo che nessuno osa rubare nulla dal patrono della città. L’idea di poter compiere un’azione del genere è talmente assurda da aver generato una delle commedie più celebri di Totò, “Operazione San Gennaro”.

Perché il sangue si scioglie

In molti hanno provato a spiegare questo fenomeno in maniera scientifica. Tra questi ci sono tre scienziati dell’ Università di Pavia che hanno riprodotto in laboratorio ‘lo scioglimento del sangue’. Gli studiosi (Luigi Garlaschelli, Franco Ramaccini, Sergio Della Sala) hanno basato la loro teoria sulla “tissotropia”, ossia il fenomeno per cui alcune gelatine si liquefano quando viene agitato il recipiente che le contiene, esattamente ciò che succede quando vengono scosse le ampolle del sangue di San Gennaro davanti ai fedeli.

Per realizzare l’esperimento, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista ‘Nature’, sono stati utilizzati materiali reperibili già nel medioevo, ossia carbonato di calcio (presente nei gusci d’uovo), sale, acqua e cloruro di ferro (che si trova in un minerale presente nei vulcani attivi, come il Vesuvio appunto). Il risultato è stato una sostanza scura e gelatinosa di un colore simile al sangue custodito nella cappella del Tesoro del Duomo di Napoli.

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