Anche il giro di consultazioni di ieri, lunedì 7 marzo, si è rivelato un buco nell’acqua. I partiti politici non hanno trovato un soluzione soddisfacente per tutti al fine di formare un nuovo governo e il capo dello Stato Sergio Mattarella ha decretato il suo aut aut: “Governo neutrale fino a dicembre o voto subito”.
Ora, al di là di tutti gli scetticismi, le posizioni dei partiti politici coinvolti e dei loro leader stanno rendendo sempre più probabile un ritorno alle urne. Ma quali sono i tempi per un’operazione elettorale di questo tipo e, soprattutto, quali sono al momento le date possibili per un ritorno al voto?
Ritorno al voto, tutte le date possibili
Innanzitutto, bisogna ricordare che in Italia il tempo minimo da rispettare per indire nuove elezioni politiche è di un mese e mezzo. Il presidente della Repubblica può decretare la nuova data delle elezioni, pubblicandola sulla Gazzetta ufficiale, entro il 45esimo giorno antecedente quello delle consultazioni. Per organizzare il voto all’estero, poi, servono almeno 60 giorni.
Detto ciò, è da scartare quindi l’ipotesi di un ritorno alle urne a giugno. Anche l’8 luglio, data auspicata in diverse occasioni da Di Maio e Salvini, non è praticabile proprio a causa delle tempistiche che richiede l’organizzazione del voto all’estero.
A questo punto, in estate, la prima data utile diventa domenica 22 luglio. Qualora prevalessero le paure per un forte astensionismo, dovuto anche alle esigenze degli italiani durante la bella stagione, si potrebbe tornare a votare il 23 settembre. Camera e Senato dovrebbero essere quindi sciolte entro il 23 luglio.
Se il governo neutrale riuscisse a incassare la fiducia in Parlamento, infine, il ritorno alle urne potrebbe slittare a inizio 2019.