L’eruzione improvvisa del Vesuvio o nei Campi Flegrei prevede la mobilitazione di 700mila persone alle pendici del vulcano e altre 500mila nell’area a ridosso di Pozzuoli. I dati emergono dai piani di evacuazione dei comuni che ricadono sia nella zona rossa, quella che potrebbe risultare la più colpita dagli eventi, sia nella zona gialle, dove l’emergenza sarebbe più contenuta.
I Piani però riguardano solo 50% della popolazione che dovrà scappare
“E’ chiaro che accanto a queste persone altre si muoveranno informa autonoma, anche ben prima che si arrivi all’emergenza piena – spiega il capo dipartimento della Protezione Civile regionale campana, Raffaele Pinto – e noi contiamo di spostare in forma assistita il 50% della popolazione”. I piani, sia per i Campi Flegrei, sia per l’area vesuviana, prevedono l’accompagnamento in aree di raccolta, nelle quali gli sfollati saranno accolti e gestiti dalla protezione civile delle regioni che li ospiteranno per il periodo di emergenza.
Prove di fuga in caso di eruzione
“Per i Campi flegrei – aggiunge Pinto – abbiamo intenzione di realizzare una grande esercitazione entro il prossimo anno. Non sappiamo quante persone coinvolgeremo, perchè tutto dipende dalle adesioni dei comuni, che dovranno segnalarci magari qualche quartiere che andrebbe tenuto sotto osservazione per questioni di viabilità o di particolare densità abitativa”. Una sezione specifica del decimo congresso internazionale ‘Cities on Volcanoes’ in corso a Napoli riguarda proprio l’esame della situazione nelle due aree a rischio vulcanico. Attualmente gli scienziati calcolano un rischio medio sulle due zone che investirebbero anche la città di Napoli.
“Non sappiamo quando potrebbe verificarsi un’eruzione – spiega il presidente di Ingv, Carlo Doglioni – ma sappiamo che ci sarà. Le fasi geologiche spesso superano la vita del singolo, ma è nostro compito di ricercatori lavorare per avere precursori sempre più affidabili nell’attività di monitoraggio”.