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Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di San Giorgio a Cremano | La storia e i protagonisti, il clan Abate

San Giorgio a Cremano stazione

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di San Giorgio a Cremano? La camorra è la più potente organizzazione criminale del mondo. La Dia, il più importante Organo di Investigazione, di massimo livello, lo afferma nella versione della relazione aggiornata di recente pubblicazione, rilasciata dal Ministero degli Interni. Sono state indagate oltre 200 famiglie di camorra e migliaia di affiliati operanti in Campania, in altre regioni italiane e nazioni. La camorra, presente in diversi continenti, fattura annualmente migliaia di milioni di euro. Il resoconto che segue riguarda il più potente clan di camorra di San Giorgio a Cremano, il clan Abate.

Camorra: il clan più potente della zona di San Giorgio a Cremano, il clan Abate, la storia

Il clan Abate venne fondato negli anni ’80 da Filippo Abate, conosciuto anche come “Tore ‘O Cavallaro”, insieme ai familiari Enrico Abate, Pasquale Abate e Enzo Cefariello.

“Tore ‘O Cavallaro”, nel febbraio del ’93 fu protagonista di una eclatante evasione dal carcere di Rotterdam e per due anni, come un fantasma, riuscì a nascondersi nei Paesi Bassi. Successivamente “Tore ‘ O Cavallaro” si trasferì in Brasile e mentre era su una spiaggia di Salvador de Bahia, Interforze congiunte, quali la Polizia Federale brasiliana, i Servizi d’Intelligence e gli Operatori dell’Arma dei Carabinieri di Napoli lo individuarono e lo trassero in arresto. A capo di una famiglia specializzata in estorsioni, Filippo Abate era inserito nell’elenco dei 500 latitanti più pericolosi del mondo. A suo carico aveva denunce per associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. Del clan del quale era a capo facevano parte anche i fratelli, con funzioni di luogotenenti.

La morte del fratello Enrico Abate

Martedì 12 luglio 1983 un grave lutto colpì la famiglia Abate. Enrico Abate, fratello del ras Filippo Abate, nei pressi della stazione della Circumvesuviana di piazza Trieste e Trento a San Giorgio a Cremano, ebbe un conflitto a fuoco con tre Carabinieri arrivati in zona in seguito ad alcune telefonate anonime, che segnalavano Enrico Abate armato di pistola. Qualcuno aveva notato l’uomo armato, che si aggirava con fare sospetto. Gli Operatori dell’ Arma dei Carabinieri cercarono di sorprenderlo alle spalle e bloccarlo, ma Enrico Abate se ne accorse e sparò per primo. I Carabinieri risposero prontamente al fuoco e per il pregiudicato, da poco scarcerato per le precarie condizioni di salute, tossicodipendente e affetto da una malattia incurabile, non ci fu niente da fare e venne ucciso. Non si è mai riuscito ad accertare chiaramente come mai girasse armato in piazza Trieste e Trento. Forse doveva compiere un attentato o una rapina, oppure temesse per la propria vita e l’arma gli servisse per difesa. Ipotesi giudicata allora poco credibile dagli inquirenti, visto che a San Giorgio a Cremano il dominio degli Abate era da sempre stato pressoché assoluto.

L’ evasione di Filippo Abate

Mercoledì 19 agosto 2007 Filippo Abate mise in atto un evasione dagli arresti domiciliari che stava scontando presso l’ospedale di Messina, mentre era ricoverato perché affetto da diabete. Mercoledì 28 maggio 2008 venne catturato a Varcaturo, località del litorale domizio nel comune di Giugliano, mentre era tranquillamente in spiaggia a prendere il sole in compagnia di alcuni familiari. Filippo Abate venne condannato a scontare 14 anni e 4 mesi di reclusione per associazione a delinquere di tipo camorristico, sostanze stupefacenti e altri reati. Lunedì 2 novembre 2009 quattro persone ritenute legate al clan Abate vennero fermate dagli Operatori dell’Arma dei Carabinieri della tenenza di Cercola per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso a San Giorgio a Cremano e nel quartiere napoletano di Barra. Il fermo venne emesso dalla Dda di Napoli, nei confronti di Enzo Cefariello, 49 anni, di San Giorgio a Cremano, ritenuto il reggente del clan, Concetta Abate, 53 anni, di Napoli, elemento cardine dello stesso clan prima capeggiato dal fratello Filippo Abate, Claudio Ferrara, 33 anni, ritenuto fiduciario del capo storico del clan “Tore ‘O Cavallaro”, Vincenzo Moliterno, 33 anni, genero di Enzo Cefariello e suo autista e fiduciario.

Lunedì 20 giugno 2011 venne arrestato Pasquale Abate, ritenuto dagli investigatori altro reggente del clan, latitante dal 2009 per una condanna a 22 anni per associazione per delinquere di tipo mafioso e altro.

Dopo gli arresti degli Abate, la corsa alla presa del territorio da parte degli antagonisti

Dopo i duri colpi ricevuti dagli interventi delle Forze dello Stato, San Giorgio a Cremano è diventata terra di conquista da parte di diversi gruppi. Nell’hinterland meridionale l’influenza del clan Mazzarella si sarebbe estesa a San Giorgio a Cremano anche grazie alla collaborazione del gruppo alleato D’Amico-Luongo di Ponticelli, nonché a Portici storicamente presidio sotto l’egemonia del clan Vollaro aderente invece all’Alleanza di Secondigliano. Nell’area di San Giorgio a Cremano gravitava peraltro anche il clan autoctono degli Attanasio-Troia. Nel territorio di Pollena Trocchia era in una fase di ripresa il clan Arlistico-Terraciano.

La relazione Dia

Il clan Abate da sempre egemone a San Giorgio a Cremano è stato fortemente indebolito dalle operazioni delle Forze dell’ Ordine. Il gruppo dei Troia, nato da una scissione con il clan Abate, si è poi alleato con il clan Mazzarella di Napoli e hanno scatenato una guerra contro gli Abate molto cruenta per il controllo del territorio. Il clan Troia nella faida è risultato vincente e oggi, secondo gli inquirenti, il clan Abate è fortemente depotenziato. Sempre secondo la relazione della DIA già dal 2018, il clan Abate avrebbe avuto un decadimento notevole. I clan presenti nel territorio di San Giorgio a Cremano oggi sono i Troia e i Luongo e solo in pochi e fedelissimi affiliati al clan Abate persistono nel cercare di ricreare il potente gruppo che agli inizi deteneva l’ assoluto controllo degli affari illeciti sul territorio di San Giorgio a Cremano.

Il clan Abate, oggi

Anche se tutti gli storici capi fondatori del clan Abate sono agli arresti, oppure troppo anziani, o morti, resta il fatto che ogni clan ha sempre nuove generazioni, nuove leve, nuovi “soldati” e fiancheggiatori pronti a riprendere gli scontri, a riprendere in mano gli affari e il controllo del territorio sotto il nome degli Abate.

Non si può utilizzare il termine “clan estinto”, non si può avere la certezza assoluta che un clan non riprenda le forze e il potere per ricominciare a combattere e a delinquere.

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