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Sant’Antimo, parla la madre del bambino disabile violentato

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Foto di repertorio

Shock a Sant’Antimo per la vicenda del bambino disabile violentato e bullizzato a scuola. Una vicenda atroce che ha portato all’arresto di tre giovanissimi accusati di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo in danno di un minore. Un incubo finito solo grazie all’intervento della madre della vittima la quale ha raccontato le atrocità subite dal figlio in una intervista al Mattino.

Sant’Antimo, parla la madre del bambino disabile violentato e bullizzato a scuola

“Quando ho visto quelle scene orribili, non ho dubitato un attimo. Sono andata dai carabinieri a denunciare, l’ho fatto con tutta la rabbia e l’amore di una madre ferita, che vede calpestata la sensibilità del proprio figlio” ha raccontato la madre, che ha ripercorso le tappe dell’accaduto: “Mi sono fidata dei militari, hanno fatto le loro indagini e ho saputo che sono scattati gli arresti. Ma il dramma non è finito“.

Già, perché “poche ore fa, dopo gli arresti, sono stato raggiunta da un paio di genitori: mi hanno detto che me l’avrebbero fatta pagare, che avrei dovuto lasciare Sant’Antimo, che dovevo allontanarmi dal territorio assieme a tutta la mia famiglia”.

La mamma coraggio ha 53 anni, chiede di restare anonima per tutelare i figli. Anche perché è stata “minacciata dopo gli arresti. Non c’è limite all’oltraggio, dopo aver molestato mio figlio e averlo ridotto a un fantoccio per sfogare ogni genere di frustrazione“.

Come sta il figlio

“Da mesi, da quando è iniziata questa vicenda orrenda, mio figlio non va più a scuola, ha difficoltà a rapportarsi con altre persone, vuole stare solo in casa a giocare alla playstation. Ha fatto dei passi indietro in un percorso di crescita difficile, vista la sua straordinaria sensibilità, rinunciando a creare un rapporto costruttivo con il mondo esterno. Da settembre non vuole più frequentare l’istituto scolastico in cui era iscritto. Le violenze subite lo hanno allontanato da tutti, per questo non ho avuto esitazioni a rivolgermi ai carabinieri. Vede, quando ho avuto modo di capire cosa fosse accaduto, ho riannodato il nastro”.

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