Emergono nuovi dettagli sul delitto di Sant’Antimo dove Raffaele Caiazzo ha ucciso Luigi Cammisa e Maria Brigida Pisacane. Dettagli che emergono dalle parole di Alfonso Caiazzo, 24 anni, figlio dell’omicida: “Quelle di mio padre erano tutte fantasie però ci stava rovinando la vita, così a mia madre abbiamo detto che non volevamo vederlo più”.
Duplice omicidio a Sant’Antimo: il racconto del figlio di Caiazzo
Marito di Brigida, Alfonso ha due figli di 2 e 4 anni. Nelle scorse ore ha parlato con i giudici che indagano sul doppio delitto. La sua testimonianza è riportata nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti del 44enne casertano dal gip di Napoli Nord, Simone Farina, all’esito dell’udienza di convalida che si è tenuta nella mattinata di sabato 10 giuno.
Ora Caiazzo resta in carcere: è accusato di avere ucciso il genero e la nuora. Il motivo, stando alle prime ricostruzioni, sarebbe legato alla convinzione del Caiazzo che i due fossero amanti. L’uomo si sarebbe invaghito della ragazza e avrebbe addirittura inventato di avere avuto un rapporto sessuale con lei. Cosa poi ritrattata dopo un chiarimento familiare.
Il racconto di Alfonso Caiazzo
“In famiglia stiamo affrontando da qualche mese il problema che mio padre si è invaghito di Brigida e, da qualche tempo sostiene lei avesse una relazione con il marito di mia sorella, Luigi Cammisa. Per questo motivo, appena ho saputo della morte di Luigi, ho temuto per la vita di Brigida. Negli ultimi due mesi, mio padre ha detto più volte, in famiglia, che Luigi e Brigida avevano una relazione, secondo me con la speranza che io e Anna li lasciassimo”.