Emerge uno straordinario complesso termale privato annesso a un salone per banchetti nel corso degli scavi archeologici presso l’insula 10 della Regio IX di Pompei. Questo complesso si distingue come uno dei più grandi e articolati impianti termali privati scoperti fino ad oggi in una domus pompeiana. Solo poche altre abitazioni, come le terme dei Praedia di Giulia Felice, la Casa del Labirinto e la Villa di Diomede, presentano strutture di simili dimensioni.
Pompei, dagli Scavi emerge un complesso termale privato
La connessione diretta tra le terme e la grande sala conviviale, denominata “salone nero”, suggerisce che questa residenza fosse concepita come un luogo ideale per ospitare sontuosi banchetti. Questi eventi, nell’antica società romana, non erano semplicemente occasioni private, ma rappresentavano momenti di grande importanza sociale e politica. Erano infatti utilizzati dai proprietari per rafforzare i legami con gli ospiti, promuovere candidature elettorali o consolidare il proprio status nella comunità.
Il complesso termale era costituito da diverse stanze: il calidarium (sala calda), il tepidarium (sala tiepida), il frigidarium (sala fredda) e un apodyterium (spogliatoio). Quest’ultimo poteva accogliere fino a trenta persone, come indicano le panchine presenti. Di particolare impatto scenografico è la sala fredda, caratterizzata da un peristilio di 10 metri per lato, con una grande vasca centrale, una soluzione che richiamava le esigenze estetiche e funzionali dell’epoca.
Riferimenti culturali e funzione
L’organizzazione spaziale della domus, con le terme situate accanto al triclinio, trova un parallelo nella descrizione della celebre cena di Trimalcione narrata nel Satyricon di Petronio. Il romanzo, ambientato in una città campana del I secolo d.C., descrive un ricco liberto che utilizza il balneum prima del banchetto, evidenziando un legame culturale e simbolico tra i rituali termali e la convivialità.
La domus, situata nella parte meridionale dell’insula, apparteneva a un membro di spicco della società pompeiana, come dimostrano le decorazioni in Secondo e Terzo Stile delle pareti. La presenza di spazi tanto elaborati e funzionali alla socialità conferma che il proprietario fosse un individuo desideroso di ostentare il proprio prestigio e di offrire un’esperienza unica agli ospiti, combinando relax, spettacolo e raffinatezza.
Come spiegato dal direttore Gabriel Zuchtriegel, gli scavi sono stati condotti con tecniche innovative, che hanno permesso di preservare le strutture architettoniche del peristilio senza smontare gli elementi instabili del colonnato. Una struttura di supporto transitoria è stata utilizzata per proteggere il sistema della trabeazione, in attesa di un futuro progetto di restauro.