NAPOLI. Nella riunione presieduta da Domenico Palmieri, convocata insieme alla commissione Giovani e Polizia Locale, oggi presieduta dalla consigliera anziana Laura Bismuto, gli approfondimenti sulla vicenda sollevata da diversi consiglieri che ha visto coinvolta la società che gestisce la notifica dei verbali al Codice della Strada. Sono intervenuti l’assessora alla Trasparenza Alessandra Sardu. L’assesore al Bilancio Enrico Panini, il direttore generale Attilio Aurichhio, il vice segretario generale Francesco Maida e il dirigente del Servizio gestione sanzioni amministrative Gaetano Camarda.
Selezione del personale Soes
La procedura di preselezione del personale da avviare alla formazione per il ruolo di messo notificatore promossa dalla società Soes, che insieme alla Finmeccanica gestice il sistema di notifica dei verbali per violazioni al Codice della Strada, merita chiarimenti, ha detto in apertura il presidente Palmieri, anche alla luce dei dubbi sollevati da diversi consiglieri comunali, a partire dal presidente della commissione titolare della delega alla Polizia Locale.
Il bando, aperto alla mezzanotte di un giorno della metà di marzo, risultava già dopo mezz’ora chiuso per il raggiungimento del numero massimo di candidature, fissato in 120. Una procedura, ha sottolineato il presidente della Trasparenza, che pur gestita da una società privata, chiama però in causa il Comune che è titolare dell’appalto e che ha un dovere di trasparenza nei confronti dei suoi cittadini che, ha aggiunto la consigliera Bismuto, numerosi hanno fatto giungere segnalazioni di chiarimenti ai consiglieri comunali.
L’assessore Panini ha ricordato che il tema delle notifiche dei verbali per sanzioni al Codice della Strada rappresenta da sempre un aspetto delicato per il Comune, che nonostante la spesa elevata sostenuta per il servizio svolto attraverso Poste Italiane, riusciva a mettere all’incasso solo percentuali minime della grande mole di verbali elevati. Per questo, nel 2015, si è scelto di emanare un bando per gestire l’intero sistema, a partire dalla presa in carico dei verbali. La società, secondo il capitolato d’appalto, può predisporre corsi di formazione per messi notificatori, secondo numeri scelti liberamente e in piena autonomia attraverso procedure individuate dalla stessa società. In questo caso è stato previsto un sistema di prenotazioni, attivato alla mezzanotte, che arrivato al numero di 120 si è automaticamente bloccato, cosa che è avvenuta dopo circa mezz’ora. Ricevuta notizia di questa vicenda, l’Amministrazione, pur nella consapevolezza che l’azienda non obbedisce a regole pubblicistiche, ha chiesto alla Soes di annullare la procedura in quanto non corrispondente ai criteri di chiarezza e di trasparenza cui è improntata l’azione pubblica, anche per evitare ricadute negative, derivanti dall’incertezza sulla procedura, sull’intera Amministrazione. L’azienda, a sua volta, ha ritenuto di dover accogliere la richiesta dell’Amministrazione, comprendendone le ragioni di fondo.
Occorre precisare, ha aggiunto il Direttore generale, che i soggetti da individuare attraverso la procedura non sarebbero stati contrattualizzati, entrando a far parte di un serbatoio di disponibilità da avviare alla formazione e forse, successivamente, alla possibile valutazione di idoneità al ruolo che spetta esclusivamente all’Amministrazione. L’azienda, in quanto privata, può nell’ambito della propria autonomia professionale, decidere quante persone selezionare per la formazione e le procedure per farlo.
La possibilità per società private di formare messi notificatori, solo per i verbali al codice della strada e solo sul territorio cittadino, ha spiegato il dirigente Camarda, è prevista dalla legge finanziaria 2007, che demanda all’ente locale il giudizio di idoneità finale. Nell’ambito del capitolato d’appalto per l’affidamento del servizio, alla Soes è stata riconosciuta questa possibilità indicando due linee procedimentali: raccolta di candidature spontanee o apertura di una selezione attraverso il proprio sito. Nel disciplinare allegato, viene poi chiarito che per la formazione, di durata pari ad almeno 20 ore, devono essere utilizzati solo enti accreditati presso la Regione Campania e il Ministero dell’Istruzione e docenti abilitati, nella fattispecie avvocati, mentre i candidati devono essere in possesso di una serie di requisiti, a partire dal titolo di studio, diploma o laurea. Attualmente è in corso la formazione di 80 persone selezionate direttamente dalla società, tra le quali potranno poi essere selezionate una decina di persone da sottoporre al giudizio finale di idoneità. Nessun costo deriva alle casse comunali dalla formazione, che è ad esclusivo carico della società, costi che, invece, ricadrebbero se venisse utilizzato il personale già formato in passato, formazione ormai non più adeguata a seguito dell’evolversi della normativa in materia.
Numerose le osservazioni poste dai consiglieri intervenuti: la società è privata, ma opera nell’ambito di un appalto pubblico, per cui va fatta chiarezza sulle scelte operate. Dovrebbe sospendersi ogni attività di formazione e utilizzare persone già formate per questo ruolo nel 2006 proprio dall’Amministrazione, risparmiando così la somma necessaria (Nonno, Misto – Fratelli d’Italia); dubbi nascono dalla trasparenza della procedura, a partire dalla delibera del 2015 che esternalizza il servizio, su cui già esprimeva dubbi il segretario generale rispetto alla riduzione dei costi. La procedura di cui si discute oggi non assume rilievo rispetto alle molte perplessità esistenti a monte dell’affidamento (Brambilla, Movimento 5 Stelle); complimenti all’Aministrazione per la trasparenza seguita nel bloccare la procedura che ha sollevato dubbi, ma ora vengano forniti anche i nomi di chi si era candidato (Sgambati, Agorà); se la procedura era automatizzata, questo spiega che sia partita in ore notturne, ma sarebbe stato utile sapere anche i nomi di chi si era registrato. Per la formazione poteva essere data all’azienda l’indicazione di attingere alla graduatoria degli idonei della Polizia locale (Bismuto, Dema); la scelta di formare personale nel 2006 andava proprio nella direzione di migliorare il servizio. In questo caso non si capisce cosa ci guadagna l’Amministrazione, né sembra che vi sia stata efficienza o efficacia nell’azione amministrativa (Moretto, Prima Napoli). Se si voleva perseguire un’ottica di risparmio, si poteva ricorrere al personale già formato nel 2006, mentre non può essere accettata l’intromissione in una scelta del privato una volta che il servizio è stato esternalizzato. La questione è politica e riguarda la gestione della speranza di lavoro in città (Arienzo, Partito Democratico); occorrono i dati relativi ai costi e ai guadagni per l’Amministrazione a partire dall’esternalizzazione del servizio per comprendere la positività della scelta (Buono, Verdi-Sfasteriati).
Sull’aspetto della trasparenza, più volte richiamato, sono intervenuti l’assessora Sardi, che ha invitato chi rileva nelle fattispecie in questione dei reati a denunciarli, mentre va ricordato che la riscossione è un settore molto delicato, soprattutto in questo momento di grandi difficoltà per le casse comunali, e va sostenuta ogni azione che miri a facilitarla. Il vice segretario generale Maida, infine, ha sottolineato che le verifiche sulla correttezza dell’operato dei dirigenti competono agli organi preposti, mentre non possono essere considerate attuali valutazioni fatte nel 2006, superate oggi da cambiamenti normativi e valutazioni organizzative differenti riguardo al personale.