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Sgombero delle Vele, l’appello ai sindaci: “Aiutateci a trovare alloggi per gli sfollati”

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Il crollo avvenuto nel pomeriggio di domenica 24 novembre ha provocato lo sgombero delle Vele di Scampia, l’appello ai sindaci: “Aiutateci a trovare alloggi per gli sfollati”. I rappresentati dei comuni della provincia si sono riuniti in Prefettura. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Sgombero delle Vele, l’appello ai sindaci per gli alloggi

Il crollo avvenuto domenica pomeriggio alla Vela rossa ha accelerato notevolmente le operazioni di sgombero dei palazzi di Scampia. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma solo per un caso fortuito, poiché al momento del cedimento del ballatoio tra il quinto e il sesto piano, c’era un intenso via vai di persone che tornavano a casa per il pranzo della domenica. Subito dopo l’incidente, il prefetto Michele di Bari ha convocato d’urgenza il tavolo permanente dedicato alla questione degli sgomberi: ieri mattina si è tenuto un nuovo incontro. Tra i punti all’ordine del giorno, l’analisi della situazione di pericolo dopo gli ultimi eventi e, soprattutto, l’urgenza di procedere alla liberazione degli edifici fatiscenti.

Il caso

Non ci sono abitazioni disponibili per accogliere gli sfollati. Una volta superato il problema economico, grazie a un sostegno per i nuovi affitti fornito dal Governo, resta da individuare alloggi liberi. Inoltre, persiste la questione della diffidenza nei confronti dei residenti delle Vele: quando agenzie e proprietari di casa scoprono che il potenziale inquilino proviene da Scampia, si ritirano immediatamente. Anche la garanzia di pagamento tramite i fondi di sostegno non cambia la situazione: il rifiuto è categorico e senza possibilità di appello.

Alla prefettura sono stati convocati anche i sindaci dei comuni della provincia più vicini a Scampia. A loro, come già accaduto durante l’estate, è stato lanciato un appello per trovare abitazioni da offrire agli abitanti delle Vele.

L’appello

Ieri mattina, nei pressi della Vela rossa, l’atmosfera era relativamente tranquilla. Una famiglia del primo sottopiano stava effettuando un trasloco, già pianificato: un furgoncino per caricare mobili e materassi, con lui e lei intenti a trascinare quegli oggetti pesantissimi all’esterno della casa. «Non possiamo permetterci una ditta di traslochi», ci hanno spiegato, visibilmente affaticati e sudati. Ma sorridevano: «Abbiamo trovato un’abitazione qui vicino, rimaniamo nel quartiere, poi si vedrà». Attualmente, all’interno delle due Vele, che dovrebbero già essere vuote, ci sono ancora 138 famiglie che non intendono andarsene. I decreti di sgombero sono stati già notificati, ma molti hanno fatto finta di non notarli. Con regolarità e precisione, la polizia municipale torna alle Vele per effettuare un censimento di chi è ancora presente: ci sono 31 famiglie nella Vela gialla e 107 in quella rossa, un vero e proprio esercito di persone che non ha intenzione di lasciare il luogo, nonostante le difficoltà.

I pericoli

Le persone che si rifiutano di allontanarsi dalle Vele resistono a qualsiasi pressione. Non sono soddisfatte dei fondi già disponibili per i nuovi affitti e non sembrano interessate al fatto che al posto di quegli edifici fatiscenti sorgerà un nuovo quartiere, con nuove abitazioni proprio in quella zona. Non mostrano nemmeno preoccupazione per i rischi che si presentano e che potrebbero compromettere la salute dei numerosi bambini costretti a vivere all’interno delle Vele. Se fino a poco tempo fa coloro che si opponevano allo sgombero protestavano dicendo di essere costretti a lasciare le loro case solo per fare spazio ai cantieri e a un abbattimento indesiderato, oggi la questione sul tavolo è ben diversa e di gran lunga più grave: il pericolo imminente. Si stanno ancora cercando soluzioni pacifiche per effettuare gli sgomberi, ma con il passare del tempo e l’assenza di manutenzione, l’ansia aumenta notevolmente. L’intento è di arrivare alla fine del 2024 con le Vele completamente sgomberate. Il riscatto di Scampia dipende da quelle 138 abitazioni da cui gli abitanti non intendono allontanarsi in alcun modo.

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