Cinque condanne e un’assoluzione: si conclude così il processo di primo grado sul cosiddetto “sistema Capri” nato da una inchiesta della procura di Napoli (pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto) risalente al 2014 e relativa a un giro di mazzette e di altre utilità che sarebbero state corrisposte per la concessione di autorizzazioni inerenti pratiche edilizie sull’isola azzurra.
Sistema Capri, cinque condanne in primo grado
Gli imputati sono finiti sotto processo per le accuse, a vario titolo, di concussione, corruzione e intromissione abusiva in sistema informatico. La prima sezione penale del Tribunale di Napoli ha assolto il tecnico progettista G.D.R. e ha invece condannato il funzionario dell’ufficio tecnico comunale di Capri M.C a 5 anni di reclusione; Ciro Di Capua, ritenuto colui che contattava le vittime, a 3 anni di reclusione; il luogotenente dei carabinieri ed ex comandante della stazione di Capri M.S. a 5 anni di reclusione; l’imprenditore del settore nautico F.V. a 2 anni e 8 mesi di reclusione e il maresciallo della Guardia di Finanza P.F., all’epoca dei fatti vice comandante della Tenenza di Capri a un anno di reclusione (pena sospesa).
La sentenza
Il giudice ha anche dichiarato il non luogo a procedere per due capi d’accusa nei confronti di F.S. e Verardi per intervenuta prescrizione. Il sostituto procuratore Woodcock (adesso alla Dda ma all’epoca dei fatti in forza alla sezione che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione), al termine della sua requisitoria, lo scorso 28 settembre ha chiesto le seguenti condanne: per C. 7 anni e 4 mesi di reclusione; per D.C. 6 anni e 8 mesi; per D.R. 6 anni; per S. 4 anni e 2 mesi; per V. 4 anni e per F. 2 anni e 6 mesi.