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Dolore a Somma Vesuviana per i funerali di Diana Biondi

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Diana Biondi

Si sono tenuti ieri, sabato 4 marzo, i funerali di Diana Biondi, la ragazza di 27 anni di Somma Vesuviana morta suicida. Una cerimonia sobria, discreta, proprio come Diana che poche settimane fa aveva festeggiato i suoi 27 anni, celebrando con pochi amici.

Martedì scorso, invece, avrebbe dovuto festeggiare la laurea ma che non aveva detto ad alcuno che non era possibile discutere la tesi né distribuire confetti rossi o indossare corone di alloro, perché ancora le mancava un esame come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Funerali Diana Biondi, dolore a Somma Vesuviana

Parenti ed amici hanno affollato la chiesa di Santa Maria del Pozzo. All’ingresso del feretro un parente ha tuonato contro chi stava riprendendo immagini o scattando foto. La famiglia, infatti, ha chiesto silenzio e rispetto. In prima fila c’era Edoardo, il padre di Diana, che per ore si è dannato sperando di ritrovare la figlia, quando ancora nessuno sapeva che Diana aveva già trovato pace, abbandonandosi al vuoto nel luogo dominato dal Santuario di Santa Maria a Castello, sotto lo sguardo di Mamma Schiavona

Al suo fianco la madre di Diana, Marianeve, con lo sguardo fisso sul feretro ricoperto da rose bianche e rosse, l’altra loro figlia Monica e, più in là, Martino, il fidanzato di Diana che nei giorni di ricerca, quando tutti la credevano scomparsa, aveva percorso in lungo e in largo, inutilmente, le strade di Napoli nei pressi della facoltà di Lettere della Federico II.

Il messaggio

A celebrare le esequie, il parroco don Nicola De Sena: “Molti, in questi giorni, piuttosto che fermarsi al dolore di questa tragedia hanno iniziato la caccia al colpevole, come è avvezza questa umanità malata di disumanità. La nostra sorella Diana, ragazza molto riservata e rispettosa, lunedì sera ha gridato al mondo la sua angoscia nel silenzio assordante della sua morte. Il suo corpo inerme, qui davanti a noi, continua a gridare rispetto e silenzio. Continua a essere segno di tante storie ordinarie nelle quali si ha paura di tendere la mano per timore del giudizio, si è schiacciati dal peso delle aspettative, si è angosciati per una vita che sembra essere una continua messa alla prova“.

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