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Il sovranista Ronghi al veleno contro il sindaco Luigi De Magistris

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NAPOLI. Parole al veleno, quelle di Salvatore Ronghi contro il sindaco De Magistris: «Sulla crisi e sul futuro dell’Azienda Napoletana Mobilità – afferma il Coordinatore regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità – il sindaco di Napoli De Magistris è come Pinocchio: sta mentendo ai lavoratori, ai sindacati e a tutta la città perché sembra essere ormai chiaro che intende farla fallire e privatizzarla». Il dirigente, sotto la sede del Comune di Napoli, ha indetto una conferenza stampa insieme con Calo Farucci, Coordinatore cittadino, ed il responsabile dei trasporti Marco Pirone. Stando alle parole di Ronghi, il presidente della Commissione trasporti Simeone avrebbe fatto bene a chiedere le dimissioni dell’assessore Calabrese, ma il primo che dovrebbe darle è proprio De Magistris. «Se Anm è sull’orlo del baratro – ha proseguito – è perché il Comune di Napoli non ha saputo garantire le risorse destinate all’azienda in house e tantomeno la ricapitalizzazione che è stata sollecitata dai sindacati e che costituisce il presupposto dell’accordo siglato per il futuro dei lavoratori».
Secondo il dirigente del movimento sovranista, «anche i sindacati devono fare autocritica perché sono stati ingenui nel credere alle menzogne del Comune di Napoli e nella trappola di un protocollo di intesa che appare sempre di più una farsa, mentre altrove si sta giocando la vera partita per il futuro di Anm che sembra prevedere con sempre maggiore chiarezza l’ingresso dei privati a cominciare dal trasporto su gomma. La privatizzazione sarebbe una sciagura per Anm – ha evidenziato Ronghi – perché, contrariamente a quanto avvenuto per Gesac, che è stata venduta dal Comune di Napoli, pur essendo una società in attivo, rinunciando, così, ad un importante introito per le casse comunali, nel caso di Anm, che è chiaramente un’azienda decotta ed indebitata, la privatizzazione servirebbe solo a svendere i chilometri del trasporto su gomma a favore dei privati, senza alcun vantaggio né per l’ente comunale né per i lavoratori».

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