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Sradicato un albero di limoni al Vomero: la denuncia di Capodanno

Albero di limoni, Napoli, Vomero, via Luca Giordano, 85

Albero di limoni, Napoli, Vomero, via Luca Giordano, 85

NAPOLI. Mi ha molto colpito la lettera, pubblicata oggi nella rubrica “La posta dei lettori”, sul quotidiano Il Mattino, a firma di un residente di via Luca Giordano al Vomero, nella quale si parla della realizzazione di “lavori sottotraccia” senza “alcun cartello che riporti il titolo autorizzativo dei lavori, la loro durata, etc.”, lavori che sarebbero in corso nell’area alla quale si accede dal civico 85 della stessa via Luca Giordano – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione -. In una parte di quell’area, quella posta a fronte strada, fino agli inizi dell’anno scorso operava una ditta storica di piante e fiori, molto conosciuta e apprezzata dagli abitanti del quartiere. Dalla chiusura di questa ditta e fino a questo momento nulla dall’esterno sembrava cambiato, permanendo la vecchia insegna, la saracinesca abbassata e una catena con lucchetto sulla porta d’accesso. Oggi invece la lettera apre uno scenario inedito quanto preoccupante, dove si evidenzia anche la scarsa presenza, se non l’assenza, dei necessari controlli, anche quando i cittadini, mettono, come suol dirsi, nero su bianco”.
“Vivo al Vomero da quarant’anni – esordisce il lettore – e ho vissuto tutte le trasformazioni del quartiere: dall’insperata inaugurazione della metropolitana allo spuntare dei bar in ogni angolo di strada e naturalmente alla chiusura di tanti negozi storici che lo caratterizzavano. Non credevo che tra questi ci sarebbe stato anche il fioraio D’Avino che, in via Luca Giordano 87, era in esercizio da molto tempo prima che mi trasferissi proprio nello stabile nel cui giardino il fioraio era in attività. Invece è toccato anche a lui… e al giardino annesso”.

Segue la denuncia: “Infatti dopo svariati mesi di lavori sottotraccia (nulla lascia presagire dalla strada la cementificazione che è stata compiuta: l’insegna non è stata tolta, lo storico cancello verde è sempre al suo posto e, inutile dirlo, non c’è alcun cartello che riporti il titolo autorizzativo dei lavori, la loro durata etc) è stata sradicata l’ultima pianta di limoni e un po’ mi sono sentito sradicato anch’io, visti anche gli inutili tentativi in questo periodo di sensibilizzare le istituzioni e di segnalare l’accaduto all’ufficio antiabusivismo del Comune”.

La lettera si conclude con un accorato appello: “Tento ora con il Mattino sperando che il vostro quotidiano non mi deluda pubblicando la mia lettera: perché se è vero che tra tanti abusi e problemi che vuoi che sia un albero in più o in meno, è altrettanto vero che ritengo intollerabile l’indifferenza per qualsiasi bruttura che ci imponga la commercializzazione selvaggia del quartiere”.

“Appello che raccolgo volentieri e che rilancio alle istituzioni competenti, a partire dalla Magistratura inquirente, perche vengano effettuati con urgenza i necessari controlli su quanto esposto nella missiva, assumendo poi tutti i provvedimenti che si rendessero necessari – puntualizza Capodanno -. In un quartiere che un tempo era conosciuto per il suo verde e per i suoi giardini, la perdita anche di uno dei pochi alberi rimasti, alberi che, come c’insegna la biologia, esercitano una funzione fondamentale per la vita umana, ancor più in un quartiere sempre più afflitto da problemi di traffico e d’inquinamento atmosferico, rappresenta un fatto d’inaudita gravita, così come la cementificazione di uno dei pochi appezzamenti di terreno, sopravvissuti allo scempio edilizio. Con la possibile genesi di una delle tante attività per la somministrazione al pubblico di cibi e bevande, che oramai, come sottolinea anche il lettore, hanno invaso il quartiere collinare trasformandolo, con la presenza di centinaia di tavolini, sedie, ombrelloni e gazebo, posti sulla pubblica via, in un grosso fast food a cielo aperto”.

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