Emegono nuove ipotesi sul caso dello stupro delle due cuginette nel Parco Verde di Caivano: gli inquirenti sospettano su un presunto giro di baby-squillo. Le bimba sono anche state allontanate dalle famiglie: “Messe in pericolo dalla condotta dei genitori”. Lo riporta Il Mattino.
Stupro a Caivano, nuova ipotesi: “Giro di baby-squillo”
Una dinamica avvolta nel mistero quella su cui gli inquirenti stanno cercando di far luce. Con le due vittime, poco più che bambine, che avrebbero dovuto giocare con le bambole ma messe a disposizione degli stupratori (ora indagati). Una vicenda che ha scoinvolto non solo il Napoletano ma tutto il Paese tanto che la premier Giorgia Meloni è voluta accorrere in città per dare il sostegno alle due piccole.
Le indagini
Alcuni familiari indagati parlano di un giro di baby prostitute, di cui le ragazzine di 10 e 12 anni sarebbero state non vittime ma protagoniste. Sui social girano foto e video in cui le bambine sarebbero vestite con abiti succinti e trucco pesante, sedute ai tavolini dei locali in tarda sera, probabilmente in attesa di compagnia. Inoltre, girano anche video che riprendono una delle due guidare un’auto con atteggimento divertito. E altri video che le riprendono senza veli.
Ma le indagini restano strettamente riservate. I primi due fermati, dopo le dichiarazioni delle vittime che hanno raccontato tutt’altra versione su uno sfondo di violenze e sopraffazione fisica, avrebbe ammesso gli incontri sessuali con le bambina ma avrebbero anche dichiarato di aver ricevuto su una chat i video girati dalle due, a comprovare che non ci sarebbe stata alcuna costrizione. I due, entrambi maggiorenni, hanno consegnato i cellulari di propria volontà come prova di quanto ricostuito. Ad ogni modo, il reato di violenza sessuale resta in piedi, in quanto le vittime sono minorenni, e dunque per la legge mai consenzienti.
L’allontanamento dalle famiglie
È proprio in questo nuovo scenario che la Procura dei Minori ha disposto l’allontanamento dalle famiglie. In particolare, sul dispositivo della vittima più grande si legge che “dalla relazione del servizio sociale e dalla lettura del provvedimento emerge che la minore era ed è esposta, nell’ambito familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica. Emerge altresì che i servizi sociali sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore a causa delle condotte dei genitori. Emerge dagli atti che la minore è stata vittima di gravi abusi sessuali da parte di un gruppo di coetanei e che lo stile di vita della minore ha favorito la perpetrazione del reato ai suoi danni in quanto è frutto della grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno messo di esercitare sulla figlia il necessario controllo, esponendola così a pericolo per la propria incolumità”.