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Tangenti in ospedale e videopoker: arrestati parenti del capoclan Longobardi

Maradona, ricoverato, ospedale, Pozzuoli

Maradona, ricoverato, ospedale, Pozzuoli

POZZUOLI. Una tangente da 150mila euro per un appalto da 3 milioni e mezzo di euro per alcuni lavori all’interno dell’Ospedale di Pozzuoli e la richiesta di pizzo mensile da 400 euro sull’installazione in regime di «monopolio camorristico» dei videopoker.
Sono queste le accuse che hanno portato gli arresti questa mattina all’alba del 58enne Ferdinando Longobardi, fratello del capoclan Gennaro Longobardi, il 36enne Salvatore Carullo, genero di Gennaro Longobardi e il 27enne Marco Vaccarodai. L’operazione, come riporta Il Mattino, è stata eseguita dai carabinieri del reparto operativo del nucleo investigativo di Napoli.

Tangenti e appalti a Pozzuoli

I tre, in stato di fermo per ordine del pm anticamorra Gloria Sanseverino che fa parte del pool della Dda che indaga sulla malavita flegrea, sono accusati di tentata estorsione ad un noto imprenditore edile di Pozzuoli e ad un commerciante di Monterusciello. Per i carabinieri del Roni di Napoli a partire dallo scorso mese di gennaio avrebbero preso di mira la ditta edile che ha realizzato i lavori nell’ospedale napoletano imponendo una tangente da 150mila euro a favore degli «Amici di Pozzuoli», come in gergo criminale si autodefinisce la cosca che fa capo ai Longobardi-Beneduce, per anni clan egemone tra Pozzuoli e Quarto prima dell’ascesa della cosca dei Ferro e dei Pagliuca.

Fondamentale nell’arresto dei tre finiti in manette, nel blitz scattato tra Monterusciello e Quarto, sarebbe stata la collaborazione da parte delle vittime. In particolare, i carabinieri tenevano d’occhio da mesi soprattutto Ferdinando Longobardo, sottoposto alla misura della sorveglianza speciale e sul cui capo pende una richiesta di condanna a 10 anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta «Iron Men» che a novembre di due anni fa portò ai 46 arresti che decimarono la cosca dei Ferro e dei Longobardi. Pedinamenti in borghese, intercettazioni ambientali e telefoniche hanno messo i militari sulle tracce dei tre presunti estorsori del clan. Scenari investigativi che si ampliano e che ora attendono ulteriori riscontri.

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