Cronaca Napoli, Napoli

Terra dei Fuochi, ecco i comuni dove si muore maggiormente di tumore

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È stato presentato il report delle indagini sanitarie svolte in seguito all’accordo di collaborazione scientifica tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Procura di Napoli Nord. Il percorso, partito tre anni fa, ha interessato 38 comuni delle province di Caserta e Napoli rientranti nella ‘Terra dei Fuochi’, per un totale di 426 km quadrati, dove vive circa un milione di persone. Un’area dove sono ubicati 2767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali.

I comuni dove si muore maggiormente di tumore

È stata effettuata una mappatura del territorio calcolando un indicatore di esposizione a rifiuti che tiene conto della pericolosità dei siti presenti nel territorio comunale e della percentuale di popolazione che risiede nelle loro rispettive aree di impatto. In base al valore di questi indicatori sono stati divisi i comuni in quattro classi di valore crescente; nelle analisi, i comuni della prima classe sono stati poi utilizzati come popolazione di riferimento.

 

Il lavoro svolto di raccolta ed analisi di tutti i dati ambientali disponibili per il territorio in esame ha permesso di caratterizzare il territorio di ciascuno dei 38 Comuni in termini di impatto ambientale dovuto alla presenza di siti di smaltimento controllato ed incontrollato di rifiuti, evidenziando le aree comunali maggiormente “impattate”.

Alcuni Comuni presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità, ospedalizzazione e incidenza dei tumori. Nei comuni presi in esame, 354.845 abitanti (pari al 37% della popolazione) risiedono entro 100 metri da almeno un sito (ma spesso più di uno) e questo determina una molteplicità di fonti di esposizione pericolose. Nell’area in esame e nella maggior parte dei singoli comuni, si osservano in entrambi i generi (maschile e femminile) eccessi di mortalità (periodo 2008-2015) e di incidenza (2008-2012) per tutti i tumori, prendendo come popolazione di riferimento, rispettivamente, la popolazione residente in Regione Campania e la popolazione residente nelle aree dell’Italia Meridionale.

Siosservano eccessi statisticamente significativi di mortalità per i tumori del fegato e della vescica in entrambi i generi, e per i tumori della mammella nelle donne. Eccessi significativi di incidenza si osservano inoltre in entrambi i generi per i tumori di fegato e vescica, nella popolazione femminile per i tumori della mammella e nella popolazione maschile per i linfomi non Hodgkin.

Eccessi significativi di mortalità e incidenza si osservano in entrambi i generi per i tumori del polmone, e questi ultimi vanno segnalati anche in relazione alla presenza di siti di combustione incontrollata di rifiuti, al riscontro della circolazione nel territorio di sostanze volatili emesse da diverse sorgenti e delle elevate concentrazioni aerodisperse di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) misurate in alcuni contesti”.

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La mortalità per tumori della mammella è maggiore nei Comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (tutti della provincia di Napoli) rispetto ai Comuni della prima classe. “Questa osservazione – si spiega – può essere commentata alla luce di diversi studi, che hanno portato alla definizione dell’associazione di questa patologia con i siti di smaltimento di rifiuti definita come “limitata”.

E’ stato poi sottolineato un numero elevato di “ospedalizzazione per asma sempre in riferimento ai comuni della terza e quarta fascia” così come la presenza dei nati pretermine che è “significativamente più elevata nei comuni della terza e quarta fascia”.

Un dato positivo emerge passando alle malattie oncologiche nella fascia di età pediatrica-adolescenziale. “Nell’intera area – si legge nel report – non si sono registrati eccessi per nessuna delle sedi neoplastiche indagate, rispetto alla media regionale. Singoli comuni presentano eccessi di singole patologie, che meritano specifiche attenzioni ed approfondimenti. Anche le analisi di mortalità e ricoveri ospedalieri in questa fascia di età nell’area complessiva non hanno fatto registrare eccessi significativi, tranne che per i tumori del tessuto linfoematopoietico nella fascia di età 0-14 anni”.

Tale importante acquisizione consentirà alla Procura di fondare le proprie priorità investigative su basi scientificamente validate e di aggredire i focolai di esposizione a rischio da considerarsi più pericolosi per la salute delle comunità.

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