NAPOLI. Domani, Sabato 18 novembre la tournée europea dei The Underground Youth fa tappa al Lanificio 25.
Nati nel 2008 come una one-man band di Manchester (ora con base a Berlino) gestita dal polistrumentista Craig Dyer, The Underground Youth si espande alla fine del 2011 in una band vera e propria grazie all’inserimento della bellissima percussionista russa Olya (con uno stile molto vicino a quello di Maureen Tucker e Bobby Gillespie). Hanno pubblicato sino ad oggi ben 8 album e 3 EP, tutti con l’etichetta londinese Fuzz Club, label di riferimento della scena nu psych europea. Una ‘dreamwave’ crepuscolare che fà dei concerti degli Underground Youth un’esperienza unica, accompagnati da visual cinematrografici noir dall’effetto incredibile.
L‘apertura della serata è affidata a Matteo Vallicelli dei Death Index ma soprattutto batterista dei Soft Moon, che si era già fatto notare nella scena indipendente italiana come membro di diverse formazioni punk, tra cui Smart Cops e Wildmen. Di stanza a Roma e poi, dal 2013, a Berlino, ha iniziato a esplorare l’uso dei synth e delle drum machine, prima di annunciare a sorpresa il suo esordio solista, “Primo”, pubblicato da Captured Tracks, la label di Brooklyn che ha plasmato come poche la rivisitazione contemporanea delle sonorità post-punk, wave, jangle-pop e lo-fi.
L’evento è organizzato da SubCulture & No Project.